di Céline Camoin
Secondo un rapporto dell’ONU, Kigali sostiene i ribelli dell’M23 per controllare risorse e territori nell’est della Rdc. Costruita una struttura di potere che sostituisce l’amministrazione congolese.
Il Ruanda e i ribelli dell’M23, sostenuti da Kigali, sono impegnati a costruire uno Stato parallelo nell’est del Congo, con l’obiettivo di ottenere il controllo completo del commercio di materie prime in quest’area. Lo affermano gli esperti delle Nazioni Unite nel loro ultimo rapporto semestrale, reso noto ieri e di cui alcuni organi di stampa hanno visionato il contenuto in anteprima.
“Fonti interne all’esercito ruandese e al governo ruandese affermano che l’obiettivo finale di Kigali è il controllo del territorio e delle risorse naturali del Congo”, si legge nel rapporto del gruppo di esperti, guidato dalla belga Melanie De Groof, secondo quanto riferito dal quotidiano belga Le Soir.
Il documento delle Nazioni Unite evidenzia come il Ruanda e l’M23 stiano costruendo una struttura di governo parallela nel Congo orientale. Nei capoluoghi di provincia conquistati, come Goma e Bukavu, posizioni chiave come quelle di governatore e sindaco provinciale sono passate nelle mani di esponenti dell’M23. Anche la polizia, le miniere, la dogana e l’amministrazione per l’immigrazione sono ora sotto il controllo del movimento ribelle. Nell’ultimo anno, il Ruanda e l’M23 hanno assunto il controllo di grandi miniere nei pressi di Rubaya, ricche di coltan e stagno, tra gli altri minerali. Dopo la conquista della città di Bukavu a febbraio, Kigali ha preso il controllo anche di altre aree minerarie. Sia i leader dell’M23 sia il governo ruandese hanno chiarito che il movimento non intende abbandonare i territori occupati, indipendentemente dall’esito dei negoziati.
Gli esperti dell’Onu affermano che nei mesi di gennaio e febbraio 2025 circa 6.000 soldati ruandesi – inclusi membri delle forze speciali – sono stati dispiegati nelle province del Nord e del Sud Kivu. Kigali avrebbe inoltre reclutato ex combattenti smobilitati delle Fdlr per condurre operazioni di ricognizione e intelligence in territorio congolese.
Le operazioni delle Forze di difesa ruandesi (Rdf) nella Rdc orientale sarebbero state pianificate e dirette, tra gli altri, da James Kabarebe, ex comandante militare e attuale ministro della Cooperazione regionale, già sanzionato dal Tesoro statunitense lo scorso febbraio per aver “orchestrato il sostegno” all’Afc/M23, secondo Washington. Nel rapporto sono citati anche il generale Vincent Nyakarundi, capo di stato maggiore dell’esercito ruandese, e il generale Patrick Karuretwa, presidente dell’Alta Corte militare del Ruanda.

Secondo quanto riferito da Rfi, le Rdf avrebbero stabilito un quartier generale avanzato a Gisenyi, città gemella di Goma sul confine tra Rdc e Ruanda, con l’obiettivo non di neutralizzare le Fdlr, ma di conquistare nuovi territori. La presenza ruandese, il ruolo operativo nel Nord e Sud Kivu e il controllo diretto esercitato sull’M23 – che ha così rafforzato il suo dominio sulle due province, garantendo a Kigali l’accesso a minerali, terre agricole e influenza politica – costituiscono, secondo gli esperti, atti passibili di sanzioni internazionali.
Per quanto riguarda l’Alleanza del fiume Congo/M23, gli esperti segnalano che il gruppo armato ha rafforzato i propri ranghi grazie a un intenso reclutamento. Ex soldati regolari, combattenti Wazalendo, membri della diaspora ed ex militari ruandesi: alcuni si sarebbero arruolati volontariamente, altri sotto costrizione. Il rapporto sottolinea inoltre che il governo congolese continua a fare affidamento su Wazalendo e Fdlr come forze per procura. Sebbene indeboliti dai combattimenti degli ultimi mesi, questi gruppi si stanno riorganizzando e hanno avviato attacchi di rappresaglia.
Di fronte a queste accuse, Kigali – che ha sempre negato la presenza di propri soldati sul territorio congolese – ha ribadito il proprio impegno per l’accordo di pace firmato il 27 giugno a Washington. “Il Ruanda è pienamente impegnato nella sua attuazione, inclusa la neutralizzazione delle Fdlr”, ha dichiarato Yolande Makolo, portavoce del governo ruandese.