Sudan – Massacro del 3 giugno. Accusati 8 alti ufficiali

di AFRICA

Otto alti ufficiali militari sudanesi saranno accusati di crimini contro l’umanità per aver preso parte alla nel massacro del 3 giugno scorso durante una repressione violenta delle forze di sicurezza contro i dimostranti che protestavano pacificamente a Khartoum.

I pubblici ministeri della Commissione d’inchiesta istituita dal Consiglio militare transitorio (Tmc) hanno annunciato ieri le accuse al termine delle indagini da cui è emerso anche il bilancio definitivo e ufficiale della strage: 87 manifestanti uccisi e 168 quelli feriti. L’opposizione riunita nelle Forze per la libertà ed il cambiamento (Ffc) ha però contestato l’esito dell’inchiesta, sostenendo che le vittime siano circa 130 ed ha chiesto un’indagine indipendente, come riporta la BBC.

Secondo la legge militare del Sudan, per i crimini contro l’umanità è prevista anche la pena di morte. Secondo quanto annunciato dalla commissione la repressione è scattata quando alcuni alti ufficiali hanno violato l’ordine del Tmc, spostando le forze nell’area del sit-in. Alle forze di sicurezza, infatti, sarebbe stato ordinato di liberare una diversa area della città, soprannominata Colombia, dove invece erano in corso azioni illegali di vandalismo. Fath al-Rahman Saeed, a capo delle indagini ha dato le iniziali degli ufficiali che avrebbero “disobbedito agli ordini” sparando sulla folla, senza citarne i nomi.

Di recente il Tmc e l’opposizione hanno firmato la prima parte di un accordo per un periodo di transizione con un potere condiviso tra militari e società civile con l’obiettivo di pacificare il paese piombato nell’instabilità dalla fine del 2018 con delle proteste popolari, iniziate per contestare gli aumenti dei generi alimentari di base (in particolare il pane), ma che poi hanno assunto una dimensione sempre più vasta.

Intanto prenderà il via mercoledì il processo all’ex presidente sudanese Omar al-Bashir, accusato di corruzione e possesso illegale di valuta estera. Lo ha riferito ieri il sito del quotidiano Asharq al-Awsat. Al-Bashir è stato destituito dall’esercito lo scorso 11 aprile dopo circa quattro mesi di proteste popolari.
Il capo della giunta militare al potere in Sudan, il generale Abdel Fattah al-Burhan, aveva dichiarato che una grande quantità di euro, dollari e sterline sudanesi era stata trovata nella residenza di al-Bashir. Alcune fonti interne al potere militare sostengono che sono state scoperte valigie con dentro oltre 350mila dollari, sette milioni di euro e cinque miliardi di sterline sudanesi. L’ex presidente dovrà affrontare anche un altro processo per il golpe che lo portò al potere nel giugno del 1989 rovesciando un governo eletto.

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