Il telescopio sudafricano MeerKAT ha scoperto una nuova e gigantesca galassia radio (galassie caratterizzate da un’emissione di onde radio molto intense) che si estende per oltre 3,3 milioni di anni luce, pari a più di 32 volte la dimensione della Via Lattea. Lo ha rivelato nel fine settimana la ricercatrice Jacinta Delhaize dell’Università di Città del Capo.
“La scoperta di questa colossale galassia radio è straordinaria. I suoi getti di plasma si estendono per milioni di anni luce, mettendo in discussione le attuali teorie sull’evoluzione delle galassie radio”, precisa Delhaize in un articolo pubblicato su Independent Online, piattaforma di informazione sudafricana.
La galassia, situata a 1,44 miliardi di anni luce dalla Terra, è stata soprannominata “Inkathazo”, che significa “problema” nelle lingue Xhosa e Zulu. “L’abbiamo chiamata così perché la sua fisica si è rivelata particolarmente complessa da comprendere”, spiega la ricercatrice.
Lo studio, pubblicato a metà gennaio sulla rivista scientifica Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, evidenzia come questa scoperta metta in discussione i modelli esistenti sull’origine e l’evoluzione delle galassie radio giganti.
Le galassie radio giganti (Grg) sono rare strutture cosmiche caratterizzate da immensi getti di plasma caldo che si estendono per milioni di anni luce attraverso lo spazio intergalattico. Questi fenomeni sono alimentati dai buchi neri supermassicci situati al centro delle galassie.
Il telescopio MeerKAT, situato nella regione del Karoo, è composto da 64 antenne radio ed è gestito dall’Osservatorio di Radioastronomia del Sudafrica (Sarao). Rappresenta un precursore del Square Kilometer Array (Ska), il più grande telescopio al mondo, la cui entrata in funzione per le operazioni scientifiche è prevista per il 2028.
Il progetto SKA è una rete di migliaia di antenne radio distribuite tra l’Australia Occidentale e l’Africa Meridionale, e sarà il più sensibile e avanzato radiotelescopio mai costruito. Il progetto è stato finanziato e sviluppato da un consorzio internazionale che coinvolge oltre 10 Paesi, tra cui Cina, Regno Unito, Italia e Sudafrica, con un accordo firmato nel 2019 per la creazione dell’Osservatorio Ska.