Sudafrica – La riforma agraria non piace agli zulu

di Enrico Casale
zulu

In Sudafrica, l’annunciata riforma sulla redistribuzione della terra non fa piacere ai grandi latifondisti bianchi ma neppure ai capi tradizionali africani. All’annuncio della riforma agraria, i primi a insorgere sono stati i bianchi che hanno contestato al governo di Pretoria gli espropri senza indennizzo da parte dello Stato.

A insorgere però sono stati anche i leader tradizionali delle diverse tribù sudafricane. Essi potrebbero perdere le molte terre che appartengono loro. Il più deciso contro la riforma è l’influente re degli zulu che intende mobilitare il suo popolo per preservare la sua terra. «Se continuano a provocarci, finiranno in guerra», ha affermato re Goodwill Zwelithini mettendo in guardia l’Anc: toccare la sua terra provocherebbe la rabbia di tutto il suo popolo.

Nella regione del KwaZulu-Natal, roccaforte zulù, il 30% della terra gli appartiene a lui. E ciò, grazie a un accordo che la famiglia reale zulu sottoscrisse nel 1990 con il governo dell’apartheid.

Con il tempo, però, questo tipo di privilegio per molti è diventato anacronistico. L’ex presidente ad interim Kgalema Motlanthe è sceso in campo dichiarando che queste terre devono tornare al più presto allo Stato e lo Stato deve ridistribuirle.

Ma il re zulu è già pronto. Zwelithini ha chiesto a tutti quelli che si sentono veramente zulu di donare l’equivalente di 30 centesimi per finanziare una possibile battaglia legale.

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