Saint-Louis, pioniera della fotografia in Africa occidentale

di claudia

di Claudia Volonterio

Saint-Louis, o Ndar come è chiamata in wolof, è una città situata nel nord del Senegal, su un’isola alla foce del fiume omonimo. Qui, e il luogo non è casuale, si trova un interessante spazio che omaggia la storia artistico-culturale della città ancora poco conosciuta: si tratta del Museo della Fotografia di Saint-Louis, il “MuPho“. Questo giovane spazio d’arte, fondato da Amadou Diaw, con la direzione artistica di Salimata Diop, ha aperto i battenti proprio nella città dove, nel Diciannovesimo secolo, è nata la fotografia in Africa Occidentale.

Saint-Louis, Senegal: terra natia della fotografia in Africa Occidentale. Un caratteristico museo porta l’attenzione sull’antica tradizione fotografica di Saint-Louis, ancora poco conosciuta. Si dice che la fotografia In Africa occidentale sia nata qui quando nel 1863 la prima macchina fotografica della regione fu inviata nella cittadina senegalese dal Ministero della Marina e delle Colonie francese, riporta il giornale Le Monde.

Il Museo della Fotografia di Saint-Louis, il “MuPho, è una realtà culturale voluta e fondata dall’imprenditore Amadou Diaw, fondatore dell’Istituto Superiore di Management di Dakar e del Forum di Saint-Louis, con la direzione artistica Salimata Diop. Diaw è originario di questa città e ha sempre voluto ripristinare la grandezza del suo passato culturale, racconta l’imprenditrice al giornale francese. “In Senegal, tendiamo sempre a considerare la cultura come un folklore “simpatico”. Il Museo della Fotografia vuole dimostrare che la cultura crea ricchezza, occupazione, che è parte integrante dell’economia”, commenta Salimata Diop.

Il museo, che sorge in una casa coloniale che Diaw ha deciso di restaurare, rende omaggio alla tradizione fotografica di Saint-Louis, dove nell’Ottocento e Novecento vivevano diversi fotografi, prima francesi e poi senegalesi, come Meïssa Gaye, Mama Cassé, Mix Gueye, Doudou Diop, Adama Sylla o Oumar Ly, a cui è stata dedicata la mostra inaugurale “Fantasie di ieri e sogni di oggi”. Il MuPho ospita oggi la collezione di Amadou Diaw, composta da una quarantina di opere che celebrano le donne senegalesi dagli anni ’30 agli anni ’50. Questo nuovo museo intende inoltre rivisitare la storia degli studi fotografici che si sono susseguiti nel secolo scorso e che che hanno vissuto un grande fermento culturale negli anni Trenta del Novecento, anni d’oro per la fotografia, riporta il giornale francese. Con il tempo il MuPho si è strutturato come una sorta di “museo diffuso” con la sede in 8 diversi edifici che sono stati ristrutturati per accogliere le differenti esposizioni.

Spazio anche ai contemporanei, oltre alla collezione nel museo sono sono esposte le fotografie di Joana Choumali, Malika Diagana, di Omar Victor Diop e di Fabrice Monteiro, per citarne alcuni. Un luogo simbolico, che merita una visita e attenzione. “Stiamo lottando per far sapere al mondo che la storia dalla fotografia africana inizia con Saint-Louis, aveva commentato Amadou Diaw a Jeune Afrique.

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