Sudan, nuovi combattimenti a Khartoum

di claudia

La capitale sudanese Khartoum è scossa oggi da nuovi pesanti combattimenti tra l’esercito regolare e le Forze paramilitari di supporto rapido (Rsf), secondo le testimonianze dei residenti, poche ore prima della fine di un cessate il fuoco durato una settimana.I combattimenti sono continuati tra ieri e oggi nelle zone sud e ovest di Omdurman, una delle tre città adiacenti a Khartoum. Anche i residenti dall’altra parte del fiume Nilo, hanno riferito di scontri nella tarda serata di ieri.

L’Arabia Saudita e gli Stati Uniti, che hanno mediato la tregua a Gedda, hanno affermato che sia l’esercito che le Rsf hanno ripetutamente violato il cessate il fuoco impedendo gli aiuti umanitari e il ripristino dei servizi essenziali. Riad e Washington hanno invitato le due parti a estendere comunque la loro tregua. Entrambe le parti hanno affermato che stanno valutando la possibilità di continuare il cessate il fuoco che dovrebbe scadere alle 21:45. ora locale. 

Il governatore dello Stato sudanese del Darfur, Mini Miniawi, ha invitato ieri i suoi cittadini a “prendere le armi” per difendere se stessi e le loro proprietà mentre nel Paese continua la guerra tra l’esercito e le Forze di supporto rapido (Rsf).

“Chiedo a tutti i nostri onorevoli cittadini, la gente del Darfur, vecchi e giovani, uomini e donne, di prendere le armi per proteggere le loro proprietà”, ha scritto oggi su Twitter Miniawi, capo del Movimento di liberazione sudanese. “Ci sono molti che non desiderano la sicurezza o i diritti dei cittadini e sabotano deliberatamente le istituzioni nazionali” ma “noi movimenti di lotta li sosterremo in tutti i casi di difesa”, ha aggiunto.

Miniawi, nominato nel maggio 2021 governatore del Darfur, è stato tra i firmatari dell’accordo di pace del 2020 tra la regione e il governo di transizione dopo la caduta dell’ex presidente Omar al-Bashir.

Il conflitto scoppiato il 15 aprile tra l’esercito e le Rsf  ha provocato centinaia di morti e oltre un milione di sfollati interni, mentre più di 300.000 sono fuggiti nei Paesi vicini. In Darfur la maggior parte delle vittime è stata registrata ad El Geneina, capoluogo del Darfur occidentale.

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