Rd Congo: crisi nell’est della RDC, dall’Unione europea aiuti e ponte aereo

di claudia

Lo scorso fine-settimana l’Unione europea ha annunciato l’istituzione di un ponte aereo umanitario verso la città di Goma, nell’est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc) e il rilascio di aiuti per un valore di 47 milioni di euro. Questa misura, specifica la Commissione europea in un comunicato ufficiale, si inserisce in un contesto segnato dal deterioramento della situazione umanitaria nell’est della Rdc a seguito della recente escalation del conflitto nell’area di Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu, al confine con il Ruanda.

“L’iniziativa del ponte aereo, messa in atto con il sostegno della Francia, consentirà la consegna di aiuti umanitari sotto forma di forniture mediche e alimentari, oltre a una serie di altri interventi di emergenza kit, in collaborazione con il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) e altri partner in campo umanitario”.

L’Unione europea ha inoltre stanziato più di 47 milioni di euro per coprire i bisogni urgenti di migliaia di sfollati: il Commissario europeo per la gestione delle crisi, Janez Lenarčič, ha dichiarato che “l’Unione europea è pronta a mobilitare tutti i mezzi necessari, compresi quelli logistici e aerei, per sostenere gli operatori umanitari e rispondere ai bisogni della popolazione nell’area della Repubblica democratica del Congo, attraverso il ponte aereo umanitario organizzato con il sostegno della Francia”. L’annuncio arriva a poche ore dalla conclusione della visita del presidente francese Emmanuel Macron a Kinshasa, capitale della Rdc, al termine di una tournee africana in Gabon, Angola, Congo e Rdc: “La Francia è un alleato della Rdc e continuerà ad esserlo” ha detto Macron in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo congolese, sabato scorso, sottolineando che la Rdc non deve essere “bottino di guerra” e bacchettando le leadership politiche e militari congolesi per l’insuccesso circa la messa in sicurezza del Paese: “Non siete mai riusciti a ripristinare la sovranità militare, di sicurezza o amministrativa del vostro Paese. È una realtà. Non dobbiamo cercare i colpevoli all’esterno”.

Il deterioramento della situazione umanitaria nella parte orientale della Rdc ha provocato lo sfollamento di oltre 600.000 persone dopo le ultime incursioni dei ribelli dell’M23: quasi 240.000 persone vivono in campi temporanei vicino alla periferia di Goma. Il Movimento 23 marzo (M23) è un’ex gruppo di ribelli di tutsi congolesi che le autorità di Kinshasa sostengono siano sostenuti da Ruanda e Uganda; il gruppo era stato sconfitto nel 2013 dall’esercito congolese, sostenuto dalle forze di pace delle Nazioni Unite, ma ha ripreso le armi alla fine del 2021, accusando Kinshasa di non aver rispettato i propri impegni dell’accordo di pace. Più di mille combattenti dell’M23 si erano rifugiati in Ruanda e Uganda, da dove chiedevano il rispetto degli Accordi di Nairobi che sancivano il reinserimento nella vita civile per alcuni combattenti e l’inserimento nell’esercito per altri. “Non è un attacco di un potere esterno, sono supportati da più poteri esterni in una logica di predazione” ha detto Macron a Kinshasa sabato, non citando tuttavia direttamente il Ruanda.

Almeno 27 milioni di persone soffrono di grave insicurezza alimentare nella Rdc a causa dell’escalation della violenza, dei conflitti e dell’instabilità e dei massicci sfollamenti interni. 

Condividi

Altre letture correlate: