R.D. Congo – Bemba candidato alle elezioni con l’MLC

di AFRICA

L’ex-vicepresidente congolese Jean-Pierre Bemba, assolto la scorsa settimana dalla Corte penale interazionale (Cpi) dalle accuse di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, è stato designato dal suo partito come candidato alle prossime elezioni presidenziali previste per il 23 dicembre in Repubblica democratica del Congo. Un voto decisivo che si svolge in un clima teso e con il quale dovrebbe essere eletto il successore di Joseph Kabila alla guida del paese. L’entrata in scena di Bemba quasi certamente aumenterà il clima di incertezza politica.

L’annuncio, che gli esperti davano per scontato, è stato fatto venerdì dallo schieramento d’opposizione Mouvement de libération du Congo (MLC) al termine di un congresso iniziato lunedì a Kinshasa. Il portavoce del partito Jean-Jacques Mamba ha dichiarato che “il partito ha deciso all’unanimità di restituire al senatore Bemba la carica di presidente del partito per i prossimi 5 anni e di candidarlo alle elezioni di dicembre”, suscitando l’acclamazione dei partecipanti. In collegamento telefonico Bemba, che ancora un grosso seguito nel paese, ha ringraziato il partito per la fiducia e ha rassicurato i suoi sostenitori dicendo che presto rientrerà in R.D. Congo.

Il 56enne ricco uomo d’affari congolese, diventato capo militare e poi vicepresidente, era stato condannato in primo grado nel 2016 a 18 anni di carcere, la pena più pesante mai inflitta dalla Cpi, per omicidi, stupri e saccheggi commessi nella Repubblica Centrafricana dalla sua milizia tra ottobre 2002 e marzo 2003. Arrestato nel 2008, Bemba ha trascorso gli ultimi 10 anni nel centro di detenzione della Cpi all’Aja. La Camera d’appello però ha ritenuto non sia stato dimostrato che Bemba, che non si trovava in Centrafrica al momento dei fatti contestati, potesse controllare a distanza le azioni dei suoi miliziani del Mouvement de liberation du Congo.

Al momento Bemba vive in libertà provvisoria in Belgio e per partecipare al voto deve presentare la sua candidatura ufficialmente entro il 25 luglio. Prima di fare ciò e rientrare in R.D. Congo deve però attendere un’altra sentenza su un caso di corruzione di testimoni che lo riguarda e in cui è imputato sempre di fronte alla Cpi.

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