Diversi esponenti della Global Sumud Flotilla si sono appena espressi a Tunisi in una conferenza stampa, in arabo e in inglese, a seguito dell’episodio che ha colpito ieri una nave al porto di Sidi Bou Said. Nonostante le smentite del governo tunisino, continuano ad affermare che la nave è stata attaccata da un drone, trattandosi del 38° attacco in 17 anni di tentativi si rottura dell’assedio a Gaza.
Tra le varie voci di attivisti, quella di Miguel Duarte, portoghese, che sostiene di aver visto un drone a 3 o 4 metri al di sopra della sua testa, spostarsi da una parte all’altra del ponte, e di averlo visto sganciare una bomba, che ha innescato un incendio. Ha qualificato il gesto “un attacco vergognoso”. Mariana, altra attivista, deputata dal Portogallo, ha chiesto al proprio governo di proteggere la missione umanitaria.
Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite, in rappresentante di relatori indipendenti che chiedono protezione per l’iniziativa umanitaria, definito la notte scorsa una notte intensa, auspicando che la tensione non rallenti la missione e non intacchi la determinazione a rompere l’assedio.
Nei discorsi, è stato espresso un vivo ringraziamento al governo e al popolo tunisino per l’accoglienza e la solidarietà nei confronti della Global Sumud Flotilla.
Stamani, il ministero dell’Interno tunisino ha smentito un qualsiasi attacco alla nave della flottiglia. Il ministero dell’Interno ha precisato che le forze di sicurezza hanno scoperto che un giubbotto di salvataggio ha preso fuoco. Le fiamme sono state rapidamente domate e non hanno causato feriti né danni rilevanti, se non la distruzione di alcuni giubbotti. La Direzione generale della Guardia nazionale, dal canto suo, ha dichiarato che “non vi è stato alcun atto ostile o attacco esterno” alla nave Family, parte della flottiglia “Sumud” impegnata a rompere il blocco di Gaza, nel porto di Sidi Bou Said.



