Nigeria, gli studenti chiedono di tornare sui banchi

di AFRICA
Studenti Nigeria

Decine di studenti nigeriani si sono riuniti ad Abuja per chiedere la riapertura di scuole e università, chiuse da marzo per arginare la diffusione del coronavirus nel Paese più popoloso dell’Africa. «Stiamo perdendo un sacco di soldi, tra le tasse universitarie che dobbiamo pagare ogni anno e l’affitto», ha detto alla France Press Felix Simon Ejegalo, presidente dell’Associazione nazionale degli studenti universitari, il più grande sindacato studentesco del Paese, che ha convocato la manifestazione. «Chiediamo che le scuole riaprano», ha chiesto insieme agli altri studenti davanti al palazzo del ministero dell’Istruzione. Grace Godwin, una studentessa di economia presente al sit-in, ha spiegato che voleva «tornare in classe e sostenere gli esami. Studiare a casa è difficile», in un Paese in cui Internet non è molto accessibile nelle case e l’elettricità è costantemente interrotta. «E il governo non abbasserà mai i prezzi delle tasse scolastiche il prossimo anno, anche se abbiamo perso l’anno accademico», si rammarica la giovane donna. Ai primi di agosto alcune classi delle scuole superiori hanno potuto aprire le porte agli studenti che avevano gli esami, soprattutto quelli per accedere all’università. Dal canto loro l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Unicef hanno esortato i governi africani a promuovere la riapertura sicura delle scuole durante la pandemia di coronavirus, sottolineando che la chiusura prolungata delle scuole è dannosa per gli studenti, e chiedono che i governi investano in strutture igienico-sanitarie per prevenire la diffusione del coronavirus negli istituti di istruzione. Le scuole in Africa sono un rifugio sicuro per i bambini, secondo il direttore regionale dell’Oms Matshidiso Moeti, che ha spiegato che non «dobbiamo essere accecati dai nostri sforzi per contenere il covid-19 e finire con una generazione perduta. Come i Paesi stanno aprendo le imprese in sicurezza, possiamo riaprire le scuole». 

Le misure di contenimento e allontanamento sociale messe in atto a marzo, a poche settimane dal primo caso di coronavirus nel Paese, sono state parzialmente revocate dall’inizio di agosto, in particolare sono state riaperte chiese e mosche nello Stato di Lagos, epicentro dell’epidemia. Le autorità hanno anche annunciato la riapertura dei voli internazionali per il 29 agosto, prima di cambiare idea, sottolineando che la data sarebbe stata mantenuta se gli aeroporti avessero rispettato i criteri sanitari. Ufficialmente, quasi 50.964 persone sono state infettate dal coronavirus e quasi 1.000 sono morte, ma i test effettuati sono in gran parte insufficienti in questo paese di 200 milioni di abitanti.

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