Marocco – È strage di cani

di Enrico Casale

In Marocco è in atto una strage di cani. Uomini armati e gendarmi hanno eliminato centinaia di animali per «ripulire» il Paese dai randagi in vista della visita degli ispettori della Fifa che devono valutare la candidatura del Marocco per i mondiali di calcio 2026. La denuncia arriva dagli educatori cinofili italiani che da quattro anni aiutano l’associazione animalista «Le coeur sur la patte» di Taghazout, un piccolo villaggio di pescatori a pochi chilometri da Agadir. «A Taghazout da lunedì non c’è più nessun cane -spiega a Ilfattoquotidiano.it, Lorenzo Niccolini, istruttore cinofilo formatosi alla Siua di Bologna -. Uomini armati e gendarmi sono arrivati di notte a bordo di camioncini. Pagando ragazzini per sapere dove si nascondevano i cani ne hanno poi uccisi a decine fucilandoli o acciuffandoli con delle reti e trasportandoli per ucciderli da un’altra parte».

La mattanza arriva in concomitanza all’arrivo dei funzionari della Fifa che dovranno ispezionare per una settimana la provincia di Agadir con l’obiettivo di capire se il Marocco può battere la triade Stati Uniti/Messico/Canada nella corsa ai mondiali di calcio 2026. «Da queste parti i cani non sono molto tollerati, anzi – continua Niccolini -. Mentre il gatto è quasi sacro, soprattutto perché mangia i topi, e altri animali vivono, almeno fino al giorno della loro uccisione a fini alimentari, liberi di pascolare dal momento che non ci sono allevamenti di tipo intensivo, il cane è generalmente bandito. Quando passa il re in parata, ad esempio, anche all’associazione “Le Coeur sur la patte” è stato ordinato di raccoglierli tutti e renderli invisibili agli occhi del sovrano».

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