Mali: spazio aereo, tra controversie e contraddizioni

di Enrico Casale

Dall’applicazione delle sanzioni imposte al Mali dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas), la gestione dello spazio aereo maliano è rimasta controversa e ha mostrato non poche contraddizioni. Bamako ha denunciato la presenza di un aereo militare francese, Air Force A400M, sulla rotta Abidjan-Gao-Abidjan, affermando che si tratta di una violazione dello spazio aereo. Ma agli occhi della Francia la sanzione imposta dall’Ecowas “non riguarda i voli militari”.

Tale accusa di Bamako è giunta in contemporanea con un’altra denuncia da parte del governo maliano: la ministra dei Trasporti, Dembelé Madina Sissoko, ha denunciato, mercoledì, in un comunicato, la cancellazione dei voli della compagnia aerea Air France da e per Bamako fino a nuovo ordine. Lunedì Air France ha infatti annunciato sul suo sito web “che non sarà in grado di fornire servizi a Bamako in Mali oggi, 10 gennaio”. L’azienda ha giustificato questa decisione con “tensioni geopolitiche regionali legate all’embargo deciso dai Paesi membri della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas)”.

La ministra dei Trasporti del Mali ha dichiarato che “questa decisione improvvisa è stata presa da Air France senza consultazione preliminare e senza alcuna giustificazione data alle autorità aeronautiche maliane”. Si è anche rammaricata per l’inconveniente causato agli utenti del trasporto aereo.

Ma nel frattempo, giungeva la notizia del malcontento per la presenza dell’aereo militare francese nello spazio aereo maliano. Bamako ha sottolineato che la violazione emerge in quanto le autorità francesi hanno deciso di sostenere le sanzioni dell’Ecowas, compresa la chiusura delle frontiere terrestri e aeree dei suoi Paesi membri con il Mali.

I leader dell’Ecowas, riuniti il 9 gennaio ad Accra, hanno infatti stabilito di chiudere le frontiere con il Mali e di mettere il Paese sotto embargo. Le compagnie aeree Mauritania Airlines, Ethiopian Airlines, Asky Airlines, Air Côte d’Ivoire, Air Burkina e Air Senegal hanno quindi, una ad una, sospeso i loro voli per Bamako.

Il direttore generale degli aeroporti del Mali, il colonnello Lassina Togola, ha detto all’Afp che “le frontiere sono chiuse ai Paesi Ecowas” e che “gli aerei non possono venire in Mali da questi Stati”. Tuttavia, in deroga, “un’autorizzazione può essere concessa su richiesta del vettore”, ha aggiunto, senza precisare se gli aerei della forza anti-jihadista francese (Barkhane) o quelli della Minusma ne siano esenti.

Per la ministra francese della Difesa, Florence Parly, le decisioni prese dall’Ecowas “consistono in una chiusura delle frontiere e dello spazio aereo ma non consideriamo che questo divieto di voli riguardi i voli militari”, ha detto durante una conferenza stampa congiunta con l’Alto rappresentante Ue Josep Borrel al termine del vertice informale dei ministri della Difesa tenutosi a Brest nell’ambito della presidenza semestrale della Francia del Consiglio Ue.

Le forze armate francesi hanno operato in Mali e nella regione del Sahel negli ultimi nove anni come parte delle operazioni anti-jihadiste, e i loro aerei militari volano spesso tra i Paesi della regione. Nel contesto della chiusura delle frontiere, si pone la questione se i voli non civili siano vietati.

Una contraddittoria diatriba che emerge in un momento in cui le relazioni diplomatiche tra la Francia e la giunta militare al potere in Mali sono tese. Bamako, che nei mesi scorsi ha lamentato la riorganizzazione della Presenza militare francese nel Paese da parte di Parigi, starebbe cercando partner militari alternativi, in particolare in Russia. Ma un dispiegamento di paramilitari russi del gruppo privato Wagner nel Paese, è respinto dalla Francia che lo considera incompatibile con il suo impegno nella missione dei caschi blu Minusma o delle forze anti-jihadiste.

Sebbene Bamako abbia firmato un accordo di difesa con la Russia nel 2019 è comunque la prima volta che le autorità maliane stanno considerando di firmare un contratto con una compagnia militare privata con sede in Russia. Il possibile accordo tra Bamako e la Wagner riguarderebbe l’invio di 1000 mercenari russi in Mali: addestramento delle Forze Armate maliane e protezione personale di figure di alto livello i compiti principali.

Nei giorni scorsi è circolata la notizia secondo cui un totale di 450 mercenari del gruppo Wagner sarebbero già schierati in Mali, di cui 200 a Segou, 200 chilometri a nord-est di Bamako, sul fiume Niger. Lo ha riferito Radio France Internationale citando fonti vicine alle autorità militari francesi.

A fine dicembre il governo del Mali aveva ufficialmente negato, in un comunicato, lo spiegamento di elementi della compagnia privata russa Wagner nel suo territorio. Le autorità maliane avevano precisato che addestratori russi erano in Mali per rafforzare le capacità delle Fds (Forze di Difesa e Sicurezza).

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