L’inquinamento atmosferico è la seconda causa di morte in Africa subsahariana e un problema globale sempre più grave. Il World Air Quality Report di IQAir rivela che meno di un quinto delle città nel mondo rispetta gli standard di qualità dell’aria dell’OMS. Ma c’è chi non resta a guardare. In tutta l’Africa, comunità e movimenti si mobilitano per un futuro più pulito.
L’inquinamento atmosferico è una minaccia crescente nel continente ed è la seconda causa di morte nell’Africa subsahariana dopo la malnutrizione, riporta Greenpeace. Un problema di portata globale: l’ultimo World Air Quality Report di IQAir rivela che, lo scorso anno, meno di un quinto delle città nel mondo ha rispettato gli standard di qualità dell’aria fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Secondo il rapporto, che ha analizzato la qualità dell’aria in 138 paesi, due tra i più inquinati si trovano in Africa: il Ciad e il Congo, a cui seguono Bangladesh, Pakistan e India. Tuttavia, il CEO globale di IQAir, Frank Hammes, avverte che i livelli reali di inquinamento potrebbero essere significativamente più alti.
Tra le maggiori fonti di emissioni in Africa il rapporto cita le centrali termoelettriche, gli impianti di fusione dei metalli. Un grande apporto all’aria inquinata è dato anche dai combustibili solidi per cucinare e riscaldare.
Nei Paesi africani si sono messe un moto diverse associazioni per smuovere le comunità locali verso una maggiore consapevolezza del problema, con iniziative per combattere l’inquinamento dell’aria. Il rapporto “Smascherati i Principali Inquinatori dell’Africa“, pubblicato da Greenpeace lo scorso anno, ne evidenzia alcuni. In Kenya un riferimento sono le comunità di Syokimau le quali si mobilitano per un’aria più pulita, portando avanti iniziative ambientali locali. In Malawi si distinguono le “Solar Mamas”, un gruppo di donne che sta rivoluzionando il settore energetico con il solare. In Burundi troviamo la società di energia rinnovabile Kobani, che promuove l’elettrificazione rurale nel Paese. Nel nord del continente opera in Tunisia il movimento “Agareb non è una discarica!”, che si oppone all’inquinamento ed è attivo sul miglioramento della gestione dei rifiuti.