Il governo di eSwatini ha ricevuto 5,1 milioni di dollari dagli Stati Uniti nell’ambito di un accordo per accettare cittadini di Paesi terzi rimpatriati dall’amministrazione Trump. Lo ha confermato alla stampa il ministro delle Finanze Neal Rijkenberg, secondo quanto riportato da Reuters.
eSwatini è tra gli Stati africani – insieme a Sud Sudan, Ghana e Rwanda – che hanno accettato di ricevere migranti espulsi nel quadro della stretta sull’immigrazione irregolare avviata dall’allora presidente statunitense Donald Trump. I dettagli degli accordi non sono stati resi pubblici e il governo di Mbabane è attualmente coinvolto in una causa intentata da avvocati per i diritti umani, che ritengono l’intesa incostituzionale.
Reuters precisa che Rijkenberg ha confermato l’ammontare dei fondi ma ha precisato di non potere fornire ulteriori informazioni, spiegando che la gestione dell’operazione è stata affidata all’ufficio del primo ministro e che lui stesso ne è venuto a conoscenza soltanto a posteriori. Reuters afferma di avere visionato una copia non verificata dell’accordo, siglato il 14 maggio a Mbabane, secondo cui Washington si impegnava a fornire 5,1 milioni di dollari per rafforzare le capacità di gestione delle frontiere e dei flussi migratori di eSwatini, in cambio dell’accoglienza di fino a 160 deportati di Paesi terzi.
Un portavoce del Dipartimento di Stato ha dichiarato all’agenzia che non intende commentare comunicazioni diplomatiche riservate con governi stranieri, aggiungendo che l’attuazione delle politiche migratorie dell’amministrazione Trump resta una priorità. Secondo Reuters, almeno 15 immigrati provenienti da Paesi quali Vietnam, Cuba, Laos, Yemen e Filippine sono già stati trasferiti in eSwatini, dove risultano detenuti, ad eccezione di una persona rimpatriata in Giamaica.



