Camerun, più di centomila bambini sono scomparsi nel Noso

di claudia
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Circa 150.000 bambini risultano scomparsi nelle regioni anglofone del Nord-Ovest e del Sud-Ovest del Camerun (note come Noso), teatro da otto anni di un conflitto armato tra esercito e gruppi secessionisti. Lo ha denunciato il Comitato Direttivo del Piano Presidenziale di Ricostruzione e Sviluppo (Pprd) durante la settima sessione del programma, svoltasi a Bamenda sotto la presidenza del primo ministro Joseph Dion Ngute. La notizia è stata riportata da ActuCameroun.

Secondo le autorità, i bambini sarebbero stati rapiti da milizie separatiste senza alcuna rivendicazione pubblica. Oltre ai rapimenti, il conflitto ha avuto gravi ripercussioni sull’istruzione: più di 200.000 alunni hanno abbandonato la scuola, mentre molti istituti scolastici sono stati chiusi, incendiati o trasformati in basi militari.

Un recente rapporto dell’Unicef, pubblicato nel giugno 2025, conferma che il tasso di iscrizione scolastica nelle due regioni è estremamente basso: alcuni bambini non frequentano le lezioni da oltre cinque anni. L’agenzia dell’Onu sottolinea inoltre che la crisi ha provocato lo sfollamento di 334.000 persone, di cui quasi 174.000 si sono rifugiate in Nigeria.

La crisi anglofona, iniziata nel 2016 con le proteste degli insegnanti e degli avvocati per la marginalizzazione delle regioni di lingua inglese, si è trasformata in una guerriglia diffusa che ha lasciato un impatto devastante su milioni di civili, in particolare su bambini e famiglie.

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