Benin, cresce l’insicurezza nel nord

di Marco Trovato

Quattro attacchi in poche settimane hanno coinvolto le forze armate in Benin. L’ultimo ha avuto luogo ieri mattina quando un veicolo dell’esercito è esploso saltando su una mina improvvisata a Tanguiéta, nel dipartimento di Atacora, vicino al confine con il Burkina Faso. L’esplosione ha provocato due morti. Cosa sta accadendo in questa piccola nazione dell’Africa occidentale incuneata tra il Golfo di Guinea e le regioni instabili del Sahel?

Il primo attacco contro l’esercito beninese ha avuto luogo mercoledì 30 novembre, nei pressi del ponte Mékrou, a ovest della città di Banikoara, dove un poliziotto è stato ucciso. Il secondo è avvenuto a Porga, nel comune di Matéri dove, la notte di mercoledì 1 dicembre, una posizione delle Fab è stata nuovamente attaccata da uomini armati vicino al confine con il Burkina Faso.

Un altro attacco, sempre contro una postazione Fab, è stato effettuato il 22 dicembre nel nord-ovest del Benin, vicino al confine con il Burkina Faso, provocando vittime sia tra i soldati che tra gli assalitori.

Nel suo discorso sullo stato della nazione del 29 dicembre, il presidente del Benin Patrice Talon è tornato sulla questione dell’insicurezza nel nord del Paese annunciando la creazione di un meccanismo per rafforzare le capacità umane, logistiche e tecnologiche delle forze di difesa con il sostegno dei paesi vicini.

La regione è finita da tempo nel radar di fazioni terroriste saheliane già attive nei confinanti Burkina Faso e Niger. Nel 2019 furono rapiti due turisti francesi nel parco nazionale Pendjari, non lontano dall’area degli ultimi scontri. Dovettero intervenire le teste di cuoio francesi per la loro liberazione che avvenne, non a caso, in Burkina Faso, in una missione che consentì di salvare altre due persone tenute in ostaggio dai terroristi, una di nazionalità statunitense e l’altra sud-coreana.

Da allora i militari del Benin tengono sotto stretto controllo i territori al confine con il Burkina Faso, Paese flagellato da attività terroriste dal 2015.

Al fine di garantire ulteriormente la sicurezza delle persone e dei beni, Patrice Talon ha anche sottolineato che la cooperazione con i Paesi vicini sarà rafforzata per mettere in comune i mezzi di prevenzione e di lotta contro i terroristi, ricordando che negli ultimi due anni sono stati fatti investimenti significativi per equipaggiare le forze di difesa e di sicurezza nazionali.

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