Attese nuove proteste in Madagascar, si temono altre violenze

di claudia

Attese oggi in Madagascar nuove proteste contro i blackout elettrici e le interruzioni dell’acqua, con il timore che possano sfociare in altre violenze e saccheggi come avvenuto dopo le manifestazioni del 25 settembre scorso. Le proteste sono infatti degenerate in violenti scontri con le forze dell’ordine, che hanno indotto le autorità a imporre un coprifuoco notturno. All’indomani delle manifestazioni il presidente Andry Rajoelina ha annunciato il licenziamento del ministro dell’Energia, ha promesso riforme in tempi rapidi, aiuti per le vittime dei saccheggi e un dialogo diretto con i giovani, protagonisti del movimento di proteste. Il presidente ha espresso quindi forte determinazione a contrastare qualsiasi “tentativo di destabilizzazione”, lasciando intendere che potrebbe celare “una forma di colpo di stato”.

I manifestanti scesi in piazza giovedì si sono mobilitati sui social media, attraverso un movimento denominato “Gen Z” che ha fatto proprio il logo dei manga “One Piece”, simbolo di protesta già visto in Indonesia e Nepal. Tuttavia, ha sottolineato il quotidiano locale Tribune, “vandali e saccheggiatori si sono autoinvitati alla manifestazione, distorcendone la natura pacifica”, per cui ci sono stati diffusi saccheggi a negozi e centri commerciali e attacchi anche ad abitazioni private.

Il quotidiano sottolinea che “l’uso di delinquenti per screditare i movimenti di protesta è una pratica dei leader malgasci”, per cui “piccoli gruppi attendono in un quartiere con strumenti preparati in anticipo, ricevono una misteriosa soffiata per forzare le uscite di un’attività commerciale presa di mira, ma non prendono nulla per sé, invitando invece le popolazioni più indigenti a venire in massa per servirsi da sole per completare il lavoro”.

Il movimento Gen Z sceso in piazza giovedì scorso ha poi chiesto le dimissioni del governo guidato da Christian Ntsay, definito “fallimentare”, e quelle del prefetto di Antananarivo, accusato di “ripetute violazioni dei diritti fondamentali”. In un comunicato riportato oggi dai media locali, il movimento ha anche chiesto al presidente Andry Rajoelina e al premier di riconoscere pubblicamente le proprie responsabilità per le violenze avvenute durante le proteste di piazza: i manifestanti li accusano di non aver risposto alla violenza esercitata contro dimostranti pacifici, di non aver controllato i saccheggi e la distruzione della proprietà privata e di non aver garantito l’ordine pubblico.

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