Ancora milioni di giovani donne a rischio di mutilazioni genitali femminili nel 2024

di claudia

Nel 2024, quasi 4,4 milioni di ragazze, ovvero più di 12.000 ogni giorno, rischiano di essere vittime di mutilazioni genitali femminili (Mgf). Il dato è riferito dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa), in occasione dell’odierna Giornata mondiale di tolleranza zero contro questa pratica. Le Nazioni Unite hanno posto l’obiettivo di sradicare il fenomeno entro il 2030.

“Le organizzazioni guidate da donne e sopravvissute hanno una profonda comprensione delle sfide che le donne e le ragazze devono affrontare, soprattutto a livello locale, e sono risorse essenziali per una migliore advocacy. Ecco perché il tema di quest’anno per la Giornata internazionale della tolleranza zero nei confronti delle mutilazioni genitali femminili è: La sua voce, il suo futuro: investire in movimenti guidati dalle sopravvissute per eliminare la mutilazione genitale femminile”, sottolinea l’Unfpa. La campagna di sensibilizzazione è supportata dagli hashtag #HerVoiceMatters e #EndFGM.

“La mutilazione genitale femminile è una violazione dei diritti umani. Dobbiamo tutti unirci all’appello per #EndFGM, per le ragazze rifugiate e per tutti”, ha twittato l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati.

La mutilazione genitale femminile limita le opportunità per le donne e le ragazze di tutto il mondo di esercitare i propri diritti e realizzare il proprio potenziale.

Tale pratica, che comporta l’alterazione o il danneggiamento dei genitali di una donna per ragioni non mediche, può causare complicazioni come infezioni gravi, dolore cronico, depressione, infertilità e persino la morte. Riconosciute a livello internazionale come una violazione dei diritti umani, sono state praticate da varie società nel corso dei secoli. Oggi ci sono più di 200 milioni di sopravvissuti.

In Costa d’Avorio, al centro dell’attenzione internazionale e africana in questi giorni di Coppa d’Africa di calcio, alcune organizzazioni non governative hanno promosso non una giornata, ma una settimana di sensibilizzazione.

La Costa d’Avorio è uno dei Paesi africani colpiti dal fenomeno, con oltre un terzo delle donne vittime. Il Nord-Ovest del Paese è il più colpito, con un tasso elevato pari al 79,5% di ragazze e/o donne di età compresa tra 15 e 49 anni sottoposte ad escissione. Il tasso più basso si registra nella regione del Centro dove si parla del 12,2% di ragazze e/o donne. Nella città di Abidjan la prevalenza è del 36%. La legge n. 98-757 del 23 dicembre 1998 definisce le Mgf, le vieta e prevede sanzioni in caso di violazione. Questa legge è incorporata nel codice penale ivoriano.

Secondo un rapporto del 2023 dell’Organizzazione mondiale della Sanità, per quanto riguarda l’Africa, i 10 paesi più colpiti sono Guinea (94,5%), Mali (88,6%), Sierra Leone (83%), Eritrea (83%), Burkina Faso (75,8%), Gambia (72,6%), Mauritania (66,6%), Etiopia (65,2%), Guinea-Bissau (52,1%) e Costa d’Avorio (36,7%). Le Mgf non riguardano solo l’Africa, ma anche in Medio Oriente e in alcuni Paesi dell’Asia e dell’America Latina.

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