A Trieste, in mostra il mito dell’arte africana nel ‘900

di claudia

E’ stata prorogata a Trieste fino a domenica 3 settembre la mostra “Il Mito dell’Arte Africana nel ‘900. Da Picasso a Man Ray, da Calder a Basquiat e Matisse”, grazie a una proroga concessa dal Comune di Trieste, che promuove l’esposizione con il supporto di Trieste Convention and Visitors Bureau e PromoTurismoFVG. Il percorso espositivo comprende 50 opere d’arte europea e oltre 100 opere plastiche e scultoree dell’Africa sub-sahariana selezionate dai curatori Anna Alberghina, Bruno Albertino e Vincenzo Sanfo.

Immergersi nell’arte africana e poi coglierne l’essenza nei capolavori creati dagli artisti del Novecento: è il concept della mostra “Il Mito dell’Arte Africana nel ‘900. Da Picasso a Man Ray, da Calder a Basquiat e Matisse” reso tangibile nell’esposizione a Trieste di 50 opere d’arte europea e oltre 100 opere plastiche e scultoree dell’Africa sub-sahariana, selezionate dai curatori Anna Alberghina, Bruno Albertino e Vincenzo Sanfo.

In programma dal 25 marzo al 30 luglio 2023 nella Sala Carlo Sbisà del Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste,  “Il Mito dell’Arte Africana nel ‘900” è prodotta da Navigare in co-produzione con Diffusione e Cultura e promossa dal Comune di Trieste con il supporto di Trieste Convention and Visitors Bureau e PromoTurismoFVG.

Partendo dalle esperienze picassiane questa mostra ci porta sino ai giorni nostri attraversando percorsi che hanno in comune una visione dell’arte che trae dall’essenzialità delle forme africane ispirazione, generando i papier-decoupe matissiani, le decorazioni tribali di Keith Haring, le surreali visioni di Man Ray, le gioiose figure di Calder accostate alla furia costruttiva di Basquiat. Cosi come le irriverenti maschere di Enrico Baj, le luminose visioni di Marco Lodola e le incursioni di Marco Nereo Rotelli, accompagnate dalla cancellazione picassiana del cinese Xu Deqi. Un percorso quello pensato per questa mostra, essenziale ma esaustivo di quanto l’arte africana abbia contribuito e continui a contribuire all’evoluzione dell’arte occidentale.

IL PERCORSO ESPOSITIVO

Il percorso espositivo si apre con l’esposizione di circa 100 opere d’arte africana tra sculture, maschere e oggetti, suddivise in nove tematiche: Fertilità e maternità, Bamboline di fertilità, Il culto dei gemelli, Le maschere, Gli antenati, Figure magiche, Arte funeraria, I poggiatesta, Gli oggetti d’uso.
Le sculture appartengono integralmente alla Collezione dei curatori Bruno Albertino e Anna Alberghina e sono il frutto di oltre 30 anni di viaggi, collezionismo e studio della materia. Le diverse tematiche sono introdotte da foto retroilluminate, evocative della cultura dei popoli africani, scattate da Anna Alberghina proprio in quei luoghi, utili a far entrare il visitatore nella vita dei popoli africani. Sono inoltre proposti dei video, girati dai curatori stessi, che riguardano riti e costumi di alcune popolazioni: danze, cerimonie, riti magici e anche vita quotidiana.

La seconda parte è dedicata all’esposizione di circa 50 opere d’arte del Novecento, nelle quali si coglie perfettamente l’aspetto immortale del mito africano, con una vasta sezione dedicata a Picasso con disegni, litografie, e ceramiche. Poi si continua con le opere di Matisse, Calder, Gauguin, Man Ray, fino ad arrivare ai più contemporanei Mimmo Paladino, Basquiat e Xu de Qi.

LA PERCEZIONE DELL’ARTE AFRICANA
L’interesse per l’arte africana nasce ufficialmente nel 1906, quando Henri Matisse e altri artisti iniziano a collezionare opere africane e a utilizzare quegli stilemi nella loro arte.
In quel periodo Parigi diventa il centro del mercato dell’arte africana e i grandi galleristi, come Paul Guillaume, Charles Ratton e Joseph Brummer contribuiscono a promuoverla e ad accrescere la sua popolarità. Gli artisti delle Avanguardie parigine intraprendono un percorso di ricerca, che in alcuni casi da origine a rivoluzionarie correnti artistiche, prima fra tutte il Cubismo. Picasso, il suo fondatore, realizza Les demoiselles d’Avignon (1907), non solo manifesto del movimento cubista, ma opera che presenta, tra le altre, delle figure femminili con volti perfettamente assimilabili alle maschere africane.
L’arte africana affascina, seduce e avvicina gli artisti moderni e contemporanei anche a un senso di spiritualità e di misticismo, come si evince in molte altre opere d’arte, create a partire dal Novecento fino ai giorni nostri.

PROMOZIONE
Grazie all’imposta di soggiorno è attiva una promozione per la quale chi soggiorna almeno una notte in città, prenotando direttamente presso le strutture ricettive aderenti alla promozione, riceverà in regalo il biglietto per la mostra.
Tutte le info su: www.discover-trieste.it

ORARI
Dal martedì al venerdì: dalle ore 10.00 alle ore 18.00
Sabato, domenica e festivi: dalle ore 10.00 alle ore 20.00
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura
Chiuso il lunedì

DURATA INDICATIVA VISITA 1:15 h – CAPIENZA 100 persone

INGRESSO
Intero: 13,00€ – Weekend e festivi
Intero: 11,00€ – Feriali
Biglietto ridotto (acquistabile esclusivamente in biglietteria): 9,00€
TUTTI I GIORNI Under 14, over 65, giornalisti, convenzioni, universitari, disabili e accompagnatori
Ridotto scuole: 4,00€
Ridotto gruppi oltre 10 pax: 7,00€
Biglietto Open: 15,00€ – Ingresso salta la fila + poster in tiratura limitata
Gratuito: Bambini fino ai 6 anni

INFO E BIGLIETTERIA
Magazzino 26
(+39) 351 355 8588

INFO E PRENOTAZIONI VISITE GUIDATE, SCUOLE E GRUPPI
(+39) 351 840 3634 – (+39) 333 609 5192
prenotazioni@navigaresrl.com
I moduli di prenotazione per scuole e gruppi sono scaricabili sul sito ufficiale
https://www.navigaresrl.com/mostra/il-mito-dellarte-africana-del-900/
 
VENDITA BIGLIETTI
I biglietti possono essere acquistati direttamente alla biglietteria della mostra oppure online su ticketone.it

I biglietti ridotti non sono acquistabili online.

SITO UFFICIALE MOSTRA
www.navigaresrl.com

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