A Nairobi proseguono le espulsioni. Cittadini e Ong protestano

di AFRICA

Nella capitale keniana, diverse agenzie governative stanno procedendo da diversi mesi alla distruzione di abitazioni informali costruite su dei terreni pubblici per far spazio a opere infrastrutturali. Migliaia di persone si ritrovano così senza casa in tutta la metropoli.

Mercoledì, i rappresentanti dei quartieri colpiti assieme a diverse associazioni per i diritti umani hanno manifestato per le strade di Nairobi prima di presentare una petizione al governo. Hanno denunciato delle degli sfratti forzati e chiedono che le autorità rispettino le loro promesse e forniscano nuovi alloggi popolari.

Deep Sea, Kibera, Kaloleni, Makongeni sono solo alcune delle baraccopoli colpite dal fenomeno, come ricorda Rfi. L’autorità che si occupa delle strade keniane sostiene che il governo non sia obbligato ad indennizzare le persone che sono state sfrattate da terreni pubblici. Tuttavia l’autorità ha promesso aiuti finanziari ad alcuni e programmi di ricollocamento ad altri. Per molti manifestanti e attivisti però non sarà sufficiente.

Mentre più della metà della popolazione di Nairobi vive in abitazioni informali, l’Ong denunciano una gestione politica della città indirizzata sugli interessi delle classi ricche. Non sono solo gli slum ad essere colpiti dal rinnovamento della capitale, ma anche altre attività commerciali come caffé e addirittura centri commerciali che sono stati demoliti per la sicurezza e la protezione dell’ambiente.

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