24/12/13 – Centrafrica – Corsa contro il tempo per allontanare il conflitto confessionale

di AFRICA

 

Passano i giorni, ma la situazione in Centrafrica resta ancora difficile da decifrare e segnata comunque da violenze, minacce e proclami politici la cui portata potrà essere verificata soltanto con il tempo. A Bangui, dopo la morte (ieri) di un manifestante che protestava contro la presenza di soldati ciadiani, la Missione africana in Centrafrica (MISCA) ha aperto un’inchiesta. La stessa ha fatto sapere di aver diviso la città in settori, ognuno dei quali sarà affidato in termini di sicurezza a ciascuno dei contingenti nazionali presenti: ai ciadiani dovrebbe andare il settore nord, sebbene si moltiplichino le voci di una possibile esclusione del contingente ciadiano, almeno da Bangui. Una parte della popolazione considera infatti i ciadiani troppo vicini agli ex ribelli della Seleka (in parte costituita da ciadiani, soprattutto a livello di quadri di comando).

Secondo fonti di InfoAfrica, la presenza del contingente francese – cui da oggi dovrebbe dare man forte anche un gruppo di 250 militari marocchini nell’ambito del mandato Onu – ha contribuito a migliorare il clima di sicurezza. Tuttavia, in quelle zone dove i francesi non sono arrivati o dove si sono semplicemente palesati per poi tirarsi indietro, la contrapposizione tra Seleka e milizie di autodifesa antibalaka (antimachete) rischia di farsi più forte ed evidente con conseguenze sulla popolazione civile. Una situazione che potrebbe sfuggire al controllo se i richiami – da una parte e dall’altra – alle differenze religiose riusciranno ad approfondire ancor di più le divisioni tra cristiani e musulmani (i Seleka sono musulmani).

L’Onu ha intanto fatto appello alla comunità internazionale per evitare che il paese cada in un conflitto settario aperto e ha riferito della presenza di almeno 750.000 tra profughi e sfollati. – Atlasweb

 

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