A Padova, davanti a 4.000 persone e alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si è svolto l’Annual Meeting di Medici con l’Africa Cuamm, che celebra 75 anni di attività sanitaria nei Paesi più fragili del continente africano. Una giornata di testimonianze, bilanci e nuove sfide, dalle scuole di formazione in Centrafrica ai nuovi progetti in Etiopia, per ribadire l’importanza della cooperazione internazionale e del lavoro condiviso con le comunità africane
Una sala da 4.000 persone e la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno fatto da cornice oggi all’Annual Meeting di Medici con l’Africa Cuamm, tenutosi a Padova, sede del quartiere generale della ong sanitaria, che celebra i suoi 75 anni di attività al fianco dei Paesi più fragili del continente africano. Un appuntamento denso di contenuti, interventi e testimonianze, che ha ripercorso la storia dell’organizzazione evidenziando le sfide presenti e future della cooperazione sanitaria.
75 anni di storia e una missione che continua
L’incontro, condotto dalla giornalista del Tg1 Giorgia Cardinaletti, si è aperto con l’esibizione di Daniele Silvestri che ha interpretato A bocca chiusa, simbolo di un impegno collettivo che da tre quarti di secolo porta medici, infermieri e operatori del Cuamm a partire e lavorare sul campo.

Il sindaco di Padova Sergio Giordani, nel suo saluto iniziale, ha ricordato come l’organizzazione abbia saputo costruire un modello basato sulla collaborazione con le comunità locali:
«C’è chi sostiene che destinare risorse ai Paesi più poveri sia uno spreco. Il Cuamm, invece, ci mostra un’altra strada: non lavorare per, ma lavorare insieme alle popolazioni africane».

Lo stesso spirito è stato sottolineato dal presidente del Cuamm, il vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla, dopo un recente viaggio in Etiopia: «Ho incontrato operatori cresciuti con il Cuamm: erano tutti etiopi. C’è bisogno di una famiglia umana intera che viva nell’uguaglianza».

La voce della cultura e del giornalismo
Il giornalista e scrittore Mario Calabresi ha reso omaggio allo stile del Cuamm, fondato sulla costanza e sul lavoro paziente:
«In un tempo dominato dall’urgenza, voi scegliete la pazienza: rispettate le stagioni, perché i progetti diventino forti e capaci di camminare da soli».

Lo scrittore Paolo Rumiz ha invece ricordato la figura carismatica di don Luigi Mazzucato, storico direttore dell’organizzazione, mentre il cantautore Niccolò Fabi, di ritorno da una missione in Repubblica Centrafricana, ha condiviso il senso profondo del proprio “esserci”: «Mi tocca. È una chiamata profonda, ma anche una responsabilità».

Le nuove sfide: Etiopia e formazione
Sul palco si è parlato anche delle prossime sfide operative. Don Dante Carraro, direttore del Cuamm, ha annunciato l’avvio del nuovo grande progetto in Etiopia, nell’area di Nekemte, colpita da conflitto interno e accoglienza di 150.000 sfollati:
«Un sistema sanitario al collasso, un ospedale sovraccarico. Qui vogliamo fare la nostra parte. È l’impegno che presentiamo al Presidente Mattarella e all’Italia intera».

Il progetto segue da vicino la recente inaugurazione della scuola per infermieri e ostetriche a Bossangoa, in Repubblica Centrafricana, altro tassello della strategia di rafforzamento dei servizi sanitari locali portata avanti dall’organizzazione.

L’incontro ha dato voce anche ai rappresentanti delle istituzioni italiane. Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca, ha ribadito l’importanza degli investimenti condivisi nel continente africano: «Investire in Africa significa investire nella vita di tutti noi».

Il direttore generale della Cooperazione allo Sviluppo Stefano Gatti ha ricordato i progetti avviati in Costa d’Avorio nell’ambito del Piano Mattei, tra cui iniziative da oltre due milioni di euro per ridurre la mortalità infantile.
La rettrice dell’Università di Padova, Daniela Mapelli, ha sottolineato il valore formativo delle esperienze sul campo per i giovani medici: «Operare in Paesi poveri non significa fare “medicina povera”. I nostri specializzandi tornano arricchiti nelle competenze cliniche e umane».

Dal palco è intervenuto anche Lelisa Amanuel Jira del Ministero della Salute etiope, che ha illustrato la situazione dell’ospedale di Nekemte, struttura di riferimento per un milione e mezzo di persone: «Aiutare questo centro significa sostenere la salute e la sicurezza di un’intera regione».
Il messaggio del Presidente Mattarella
A chiudere la giornata è stato il lungo e caloroso intervento del Presidente Sergio Mattarella, che ha richiamato l’importanza storica del Cuamm come pioniera della cooperazione sanitaria italiana: «75 anni di crescita in comunità svantaggiate dell’Africa sono un valore per tutta l’Italia. La solidarietà è l’antidoto all’indifferenza e il Cuamm ne è testimone esemplare».

Il Capo dello Stato ha ricordato anche la necessità di una cooperazione sempre più interconnessa, in un mondo in cui le sorti dei continenti sono inevitabilmente legate.

Una storia che continua
L’Annual Meeting di Padova ha confermato ancora una volta il ruolo centrale di Medici con l’Africa Cuamm nel campo della sanità internazionale, messo alla prova da guerre, epidemie, disuguaglianze, cambiamenti climatici, ma alimentato da una rete di medici, professionisti e sostenitori che continua a crescere.
Un viaggio iniziato nel 1950, che oggi guarda avanti con la stessa convinzione dei suoi fondatori: portare cura, competenze e dignità dove ce n’è più bisogno.
La registrazione dell’evento sarà trasmessa questa sera, in seconda serata su TV2000 alle ore 22.55.



