“Salviamo la Rdc”, Repubblica Democratica del Congo, è il movimento fondato ieri a Nairobi da un gruppo di oppositori riuniti attorno all’ex presidente congolese Joseph Kabila. Kabila, in esilio per via di una condanna a morte pronunciata nei suoi confronti, è l’’iniziatore di questo nuovo quadro politico che mira a “porre fine alla tirannia, ripristinare la democrazia e promuovere la riconciliazione nazionale”.
I partecipanti hanno denunciato una “crisi multiforme” nella Repubblica Democratica del Congo, caratterizzata, a loro dire, da abusi politici, economici e sociali. Nella loro dichiarazione finale, hanno accusato l’attuale governo di aver “violato la Costituzione”, “limitato lo spazio democratico” e “sfruttato il sistema giudiziario per fini politici”, riferisce il giornale Actualité. I partecipanti hanno chiesto un dialogo inclusivo e sincero, sostenuto dalle Chiese cattolica (Cenco) e protestante (Ecc), per risolvere l’attuale crisi politica e di sicurezza. I firmatari hanno respinto qualsiasi “monologo politico” avviato dal presidente Felix Tshisekedi.
I partecipanti, tra cui Raymond Tshibanda, Matata Ponyo e Michel Mwika Banza, hanno infine chiesto il ritiro di tutte le truppe e i mercenari stranieri dal territorio congolese e hanno invitato la popolazione a “resistere alla dittatura” e a “salvare la Rdc”.
Kabila è stato processato e condannato per accuse di sostegno alla ribellione dell’Afc/M23, che occupa parte del territorio orientale del Paese.
Da Kinshasa, esponenti del governo hanno criticato Nairobi per aver ospitato una riunione politica “ostile” alle istituzioni della Repubblica.



