Mali, fa discutere la decisione di vietare il narghilé

di claudia

Fa molto discutere tra i cittadini e i commercianti di Bamako la decisione, annunciata il 15 agosto dalle autorità militari maliane, di vietare la vendita, la produzione e il consumo di narghilé: l’importazione è stata vietata e il suo consumo proibito su tutto il territorio nazionale, pena la reclusione fino a 10 giorni e una multa salata.

Le autorità militari maliane hanno preso al decisione, hanno spiegato, nell’ottica di migliorare e garantire la salute pubblica dei cittadini.

Il sito locale di notizie MaliActu ha intervistato diversi commercianti di Bamako che hanno investito in prodotti di questo tipo nei mesi scorsi e che oggi lamentano la decisione della giunta militare, improvvisa, che costerà loro molto cara. Critici anche molti consumatori, che non comprendono la logica del provvedimento: in Mali esistono fabbriche di lavorazione del tabacco per produrre localmente sigarette, la cui vendita non è in alcun modo osteggiata dalle autorità, e nel Paese è possibile fumare praticamente ovunque, contrariamente ad altri Paesi vicini dove il fumo per le strade è sanzionato. Secondo MaliActu gli operatori commerciali del settore, negli ultimi mesi, hanno investito diversi miliardi di franchi per importare i narghilé e il materiale da fumo in quanto l’abitudine di fumare narghilé, in Mali, garantisce più introiti ai commercianti che la vendita di cibo nei ristoranti.

Condividi

Altre letture correlate: