Liberati i due ingegneri sudafricani, fine di un lungo stallo diplomatico con la Guinea Equatoriale

di claudia

di Andrea Spinelli Barrile

I due ingegneri petroliferi sudafricani detenuti in Guinea Equatoriale da oltre due anni sono stati rilasciati perché hanno ottenuto la grazia presidenziale, che ha messo la parola “fine” a una prolungata situazione di stallo diplomatico che aveva teso le relazioni tra i due Paesi. Lo si apprende dal testo del decreto di grazia, pubblicato sul sito della presidenza equatoguineana. I due ingegneri sono già stati estradati in Sudafrica, dove sono stati accolti in aeroporto dal ministro degli Esteri Ronald Lamola e hanno avuto una conversazione telefonica con il presidente Cyril Ramaphosa.

Frederik Potgieter (54 anni) e Peter Huxham (55 anni), entrambi impiegati nel settore petrolifero e del gas offshore, erano stati arrestati a Malabo, capitale insulare della Guinea Equatoriale, nel febbraio 2023 mentre si preparavano a tornare a casa dopo un tirocinio. In seguito furono condannati per traffico di droga a 12 anni di carcere e al pagamento di multe superiori a 100 milioni di rand (circa 5,6 milioni di dollari). Entrambi hanno sempre negato le accuse a loro carico. I due ingegneri lavoravano a bordo di una nave serpentina di un’unità galleggiante di produzione, stoccaggio e scarico della società di servizi petroliferi olandese Sbm Offshore, che opera in alcuni pozzi offshore di Exxon e Chevron

Sebbene la Guinea Equatoriale non abbia mai collegato ufficialmente la detenzione degli ingegneri al sequestro dei beni, la tempistica ha fatto sorgere sospetti di ritorsioni politiche.

Il loro rilascio è stato confermato domenica dal Dipartimento per le relazioni internazionali e la cooperazione del Sudafrica (Dirco), che ha espresso “sincera gratitudine” al presidente della Guinea Equatoriale Teodoro Obiang Nguema Mbasogo per aver concesso loro clemenza: “Il Sudafrica esprime la sua sincera gratitudine al governo della Guinea Equatoriale per aver preso in considerazione e infine concesso questa grazia presidenziale, consentendo al signor Huxham e al signor Potgieter di tornare a casa dai loro cari” si legge in una nota ufficiale della Dirco.

Il governo sudafricano aveva mantenuto una pressione diplomatica costante, anche inviando inviati speciali e il suo ministro degli Esteri per chiedere la grazia per motivi umanitari e anche il Gruppo di lavoro delle Nazioni unite sulla detenzione arbitraria, nel 2024, aveva dichiarato “illegale” la loro detenzione e ne aveva chiesto “l’immediato rilascio”, senza ottenerlo. Anche il datore di lavoro dei due ingegneri, la società olandese Sbm offshore, insieme a gruppi della società civile e migliaia di sostenitori in tutto il mondo, ha svolto un ruolo fondamentale nel chiedere la loro libertà.

La vicenda

Gli arresti dei due ingegneri sono avvenuti a febbraio 2023, pochi giorni dopo che un tribunale sudafricano aveva ordinato il sequestro di beni di lusso appartenenti al vicepresidente della Guinea Equatoriale, Teodoro Nguema Obiang Mangue, figlio del presidente e principale candidato alla successione al potere, nell’ambito di una controversia legale per corruzione. Il tribunale, mesi dopo, ha dissequestrato i beni di Nguema, le cui due mega imbarcazioni sono state poi trasferite direttamente ai cantieri navali di Genova per il rimessaggio e sono stati utilizzati poche settimane dopo dallo stesso Nguema per alcuni giorni di vacanza a largo di Positano.

Il tribunale sudafricano aveva ordinato il sequestro di alcune proprietà immobiliari a Città del Capo e di uno yacht di 67 metri, il Blue Shadow, ormeggiato a Città del Capo, tutti beni intestati al ministero della Difesa della Guinea Equatoriale ma in realtà nella piena ed esclusiva disponibilità di Teodoro Nguema Obiang Mangue detto Teodorin, 55 anni, vicepresidente, ministro della Difesa e responsabile degli appalti petroliferi della Guinea Equatoriale.

Nguema ha diversi guai giudiziari internazionali, in tutti i continenti tranne l’Antartide, tutti inerenti a furto di beni del Paese, al riciclaggio di denaro e alla corruzione, e non è la prima volta che i suoi guai giudiziari costringono il Paese a un braccio di ferro diplomatico-giudiziario: a giugno 2023 festeggiò sul suo account Instagram il sequestro di 125 milioni di dollari ordinato da un tribunale della Guinea Equatoriale a danno di alcune società di costruzioni brasiliane, la sua personale vendetta contro il sequestro subito da lui stesso nel 2018 da parte delle autorità giudiziarie brasiliane, che sequestrarono 1,5 milioni di dollari in contanti e 15 milioni di euro di orologi ai membri della sua delegazione.

Dopo la sentenza sudafricana del 2023 i due ingegneri sudafricani sono stati incriminati e condannati a tempo di record a Malabo: sbattuti in custodia cautelare a Black Beach, una prigione di epoca coloniale dove fu fucilato Francisco Macias, il brutale dittatore zio del presidente Obiang e primo presidente del Paese dopo l’indipendenza, sono stati giudicati colpevoli di traffico di droga e condannati a 12 anni di carcere. Dopo la condanna sono stati trasferiti nel carcere di Bata, nella parte continentale della Guinea Equatoriale. Secondo Bloomberg, in poco più di due anni di detenzione Huxham ha parlato al telefono appena tre volte con la sua fidanzata mentre Potgieter ha parlato solo due volte con la moglie.

Teodoro Nguema Obiang Mangue detto Teodorin

Un fatto simile era avvenuto già nel 2020, dopo la condanna di Nguema in Francia da parte del Tribunale di Parigi: la condanna, in contumacia, è arrivata per appropriazione indebita e corruzione e la magistratura francese aveva già sequestrato 100 milioni di euro di beni del governo equatoguineano, che in realtà erano nella sua piena disponibilità. Alcune ore dopo che la sentenza di condanna per appropriazione indebita contro di lui, la polizia della Guinea Equatoriale ha temporaneamente bloccato un elicottero militare francese che era atterrato a Malabo perché stava esaurendo il carburante. Prima ancora, nel 2014, Nguema ha accettato di consegnare più di 30 milioni di dollari in beni, tra cui una villa in collina a Malibu, in California, al Dipartimento di giustizia degli Stati uniti, che lo accusava di averli ottenuti attraverso la corruzione e il riciclaggio di denaro, ma per vendetta ha fatto arrestrare e detenere due anni e mezzo il suo ex-socio italiano, Roberto Berardi, che lo aveva denunciato per ammanchi importanti nelle casse della società edile che i due avevano costituito.

Tornando ai due sudafricani, il lavoro diplomatico di Pretoria per la liberazione dei due è stato imponente: se ne è interessata direttamente anche la ministra degli Esteri Naledi Pandor, che i primi di maggio del 2024 è stata in missione speciale proprio a Malabo, dove ha incontrato il presidente Teodoro Obiang in una missione organizzata appositamente per chiedere la liberazione dei due ingegneri. I quali, promise Obiang secondo il quotidiano sudafricano Daily Maverick, sarebbero stati certamente rilasciati ma soltanto quando anche l’Alta corte del Sudafrica avrebbe ordinato il dissequestro di due case a Bishopscourt e Clifton.

Non è chiaro tuttavia se tutte le proprietà siano state, ad oggi, dissequestrate o meno.

Il tesoro sudafricano di Teodorin

Villa Constancia si trova al civico 35 di Klaasens Road, a Bishopscourt a Città del Capo, affaccia sopra la Table Mountain, il caratteristico altopiano pianeggiante che rende famosa la skyline di Cape Town in tutto il mondo, nota per escursioni, arrampicate, ciclismo e osservazione della fauna selvatica. Fu acquistata dal vicepresidente Nguema per poco meno di 1,3 milioni di euro: all’immobile è stato dato il nome di sua madre, Constancia Mangue de Obiang, first lady equatoguineana e donna più potente del Paese, e oggi la proprietà versa in stato di totale abbandono. Ma mai come la villa in stile giapponese al civico 76 di Cliff Road, appena sopra l’esclusivissima Fourth beach, a Clifton, Città del Capo: si tratta di una residenza privata di 550mq su un terreno di quasi 4.000mq, rivestita in pietra calcarea spagnola e realizzata nel 2006. Ha un’affaccio sull’oceano Atlantico da mozzare il fiato, una vista a 270 gradi che si estende da Whangaparaoa fino all’isola di Rangitoto. Fu acquistata per 1,2 milioni di euro.

Queste due lussuosissime proprietà sono sotto sequestro per effetto di un’ordinanza dell’Alta corte del Sudafrica, in cui era previsto anche il sequestro di un megayacht, il Blue Shadow: si tratta di una nave yacht ausiliaria (termine tecnico “support vessel”) costruita nel 1995 e battente bandiera delle Isole Cayman, progettata per fornire supporto logistico e operativo ad altri superyacht. È un’imbarcazione di supporto esplorativo di lusso lunga 67 metri, dotata di ampi spazi di stoccaggio per tender, jet ski, attrezzature per sport acquatici e altro. Può anche ospitare personale di servizio, tecnici e sicurezza. Tra le sue caratteristiche principali vi sono una grande varietà di giochi d’acqua e accessori, tra cui piattaforme per operazioni subacquee, camere di immersione per due persone e una vasta gamma di tender e catamarani.

La divisione del Western cape dell’Alta corte sudafricana ha ordinato il sequestro di tutti questi beni in seguito a una causa di risarcimento intentata da un altro cittadino sudafricano, Daniel Janse Van Rensburg, anch’egli ingegnere e imprenditore e anch’egli ex-prigioniero personale di Teodorin Obiang, rimasto detenuto a Black Beach per 491 giorni, esperienza sulla quale ha scritto il libro Black Beach: l’obiettivo del sequestro è mettere in vendita questi beni e liquidare 40 milioni di rand a Van Rensburg (poco meno di 2 milioni di euro).

Black Beach “non è un luogo di riabilitazione comportamentale o di sviluppo di competenze, a meno che non si considerino apprendistati nello spaccio di droga, nella prostituzione, nei furti, nello stupro e nell’omicidio; questo è un luogo di paura, tortura, abuso e umiliazione, un mix tossico che sicuramente avvelena menti e anime” scrisse Van Rensburg nel primo capitolo del suo libro su quella terribile esperienza.

Il carcere

La ministra Pandor, in Guinea Equatoriale, sollevò immediatamente con le autorità le preoccupazioni del Sudafrica in merito all’incarcerazione di due suoi cittadini a Black Beach ma la posizione dei guineani di fatto rese impossibile una soluzione rapida per i due detenuti: l’Alta corte sudafricana è un’organo indipendente dalla politica, con una sua autonomia, e non c’è modo per fare intervenire il governo in una questione squisitamente giudiziaria, che tra l’altro riguarda i diritti di risarcimento di un altro cittadino sudafricano, un altro prigioniero personale.

Una spirale di assurdità dalla quale né il Sudafrica né la Guinea Equatoriale sembravano capaci di uscire ma, a pagarne le conseguenze, sono stati soprattutto Frik Potgieter, Peter Huxham e le loro famiglie: all’inizio di luglio 2024, il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite (Onu) sulla detenzione arbitraria ha emesso un parere formale sul caso dei due sudafricani, secondo cui la loro incarcerazione era “arbitraria e illegale” e ne ha chiesto l’immediato rilascio ma il governo di Malabo non ha commentato questa richiesta. L’Alta corte in realtà un’apertura l’ha mostrata, con il dissequestro del Blue Ice a febbraio 2024: l’imbarcazione, dopo il dissequestro, è stata immediatamente spostata dal suo proprietario, facendole risalire l’intera costa occidentale africana, passato Gibilterra e, il 22 maggio scorso, è arrivata ai cantieri navali di Sestri, alla Marina di Genova, la vetrina dei superyacht del Mediterraneo, per alcuni lavori di rimessaggio. Ma, evidentemente, non è bastato al rampollo Obiang, che non è la prima volta che usa il carcere, le torture e i trattamenti inumani e degradanti come clava contro chi gli fa uno sgarbo.

Nel 2016, i pubblici ministeri svizzeri hanno sequestrato 11 auto di lusso che appartenevano al vicepresidente Nguema, secondo i magistrati trasferite in Svizzera dagli Stati Uniti per evitare che il Tesoro americano ci mettesse le mani. Le auto, tra cui Bugatti, Lamborghini, Ferrari, Bentley e Rolls Royce, sono state vendute all’asta per circa 27 milioni di dollari. Nguema è stato anche multato e condannato, con pena sospesa, da un tribunale francese nel 2021 per aver utilizzato denaro pubblico per finanziare uno stile di vita lussuoso nella nazione europea. Sempre nel 2021 il Regno Unito ha imposto sanzioni personali per “corruzione”: secondo i funzionari britannici Nguema ha una collezione di cimeli di Michael Jackson, incluso un guanto ricoperto di cristalli dal valore di 275.000 dollari, che il cantante aveva indossato durante il suo Bad tour degli anni ’80.

Negli anni, è stato dichiarato “persona non grata” in Francia, dove rischia l’arresto, nel Regno Unito e in Spagna e dal 2021, infine, Nguema è rincorso da un mandato di cattura internazionale spiccato dall’Interpol per conto delle autorità francesi. Nonostante questo, nel 2023 e nel 2024 è stato più volte in Italia, sia in vacanza che alla guida della delegazione equatoguineana che è venuta a Roma in occasione del primo Vertice Italia-Africa, in cui è stato presentato il Piano Mattei: in quei giorni è stato ricevuto da Giorgia Meloni a palazzo Chigi, ha partecipato alla cena ufficiale al Quirinale offerta dalla Presidenza della Reubblica ai capi di stato africani e incontrato diversi importanti capi d’impresa italiani, tra cui Claudio Descalzi di Eni. 

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