Lampedusa, dodici anni dopo: memoria, denuncia e speranza nel Mediterraneo

di claudia

Dodici anni dopo il naufragio del 3 ottobre 2013, in cui persero la vita 368 persone partite dalla Libia nel disperato tentativo di raggiungere l’Europa, Lampedusa torna a farsi luogo di memoria e coscienza collettiva. Quel giorno, il panico scoppiato a bordo dopo che un uomo aveva agitato uno straccio infuocato per segnalare la presenza dell’imbarcazione provocò il ribaltamento del barcone. Donne, uomini e bambini annegarono a poche miglia dall’isola, trasformando il Mediterraneo in una tomba.

Da allora, il 3 ottobre è stato designato come Giornata della Memoria e dell’Accoglienza: una ricorrenza istituita nel 2016 anche con il sostegno dell’Unhcr, per ricordare non solo le vittime di quel naufragio, ma tutte le persone migranti che hanno perso la vita in mare. Dal 2013 a oggi oltre 24.000 rifugiati e migranti risultano morti o dispersi nel Mediterraneo. La giornata è dunque un’occasione per riflettere, sensibilizzare e rinnovare l’impegno a garantire vie sicure e legali a chi fugge da guerre e violenze.

Quest’anno la commemorazione assume un significato ancora più ampio, intrecciando memoria e denuncia. L’isola, da sempre simbolo di approdo e accoglienza, si prepara ad accogliere sopravvissuti, familiari delle vittime e studenti provenienti da tutta Italia ed Europa. La vigilia delle celebrazioni è stata dedicata al dialogo tra sopravvissuti e giovani, come le terze medie degli istituti romani Montessori Pini e Via dell’Aeroporto. Ai ragazzi è stato rivolto un invito semplice e potente: “restare umani”, dare voce ai nomi che mancano e impegnarsi per un futuro in cui il mare non sia più una fossa comune.

Il presidente del Comitato 3 ottobre, Tareke Brhane, ha ricordato il senso della marcia: “Ogni passo sarà dedicato a chi ancora oggi è disperso, in mare o sotto le macerie dei bombardamenti. Cammineremo per non lasciare soli né i morti né i vivi che lottano senza protezione”. La marcia si concluderà alla Porta d’Europa, con la deposizione di una corona di fiori in memoria delle vittime del 2013.

Accanto al ricordo, Lampedusa diventa anche palcoscenico della protesta. Quest’anno la commemorazione coincide con lo sciopero generale nazionale a sostegno della Flotilla e contro la guerra in Medio Oriente. Sul corso principale dell’isola è stata esposta una bandiera palestinese lunga cinque metri, iniziativa del gruppo “Lampedusa per Gaza”. “È un segnale di vicinanza al popolo palestinese e di denuncia contro la violenza in atto”, ha spiegato la libraia e attivista Deborah Soria.

Gli attivisti parteciperanno alle commemorazioni del 3 ottobre richiamando l’attenzione sulla necessità di rispettare il diritto internazionale e di smilitarizzare il Mediterraneo. Un Mediterraneo che, da sempre crocevia di migrazioni, guerre e speranze, oggi più che mai chiede giustizia, memoria e pace.

Foto: End of Dreams, il gruppo di 48 statue di Nikolaj Bendix Skyum Larsen, temporaneamente collocate sul fondale di Pizzo Calabro, in memoria dei migranti vittima del mare.

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