Jerusalema, tormentone che ha stregato i marinai

di Enrico Casale

Si intitola Jerusalema e, in Italia, ha destato scandalo quando un gruppo di cadetti della Marina militare ha cantato e ballato il brano mentre era schierato e in divisa. Probabilmente i cadetti subiranno qualche sanzione per aver violato il protocollo. Per la canzone invece è già un successo che va ben oltre la caserma. È diventata in breve un tormentone, anzi, il tormentone dell’estate 2020.

La canzone è stata scritta da un Dj (Master KG) e cantata da Nomcebo. In parte cantata in inglese in parte nella lingua locale, il khelobedu, parlato dalla tribù balobedu, parte del gruppo etnico del nord Sotho.

È nata in Sudafrica una nazione che ha una fusione di razze, etnie, Dna importante: xhosa, zulu, ma anche boeri, francesi ugonotti, inglesi, indiani e molti altri. Se a qualcuno questa sonorità può sembrare familiare è forse perché gli ricorda il famoso Waka Waka. Il ritmo era africano, cantato da un gruppo locale del Camerun, poi «rubato» da Shakira che ne fece una hit in occasione dei mondiali di calcio in Sudafrica. Questa volta è tutto made in Africa, il che dimostra che anche questa nazione, per chi non lo avesse compreso, può sfornare delle hit e ha una cultura locale fervida e creativa (Nollywood, il grande centro cinematografico nigeriano, macina più blockbuster di Bollywood, la struttura simile in India).

La canzone è stata registrata fine 2019, divenuta virale su Youtube e poi giunta anche alle orecchie dei cadetti della marina italiana. Oltraggio nazionale, secondo le gerarchie militari. Ma, alla fine, non è detto che anche gli ammiragli finiranno per considerare il balletto per quello che è: un divertente sfogo di un gruppo di ragazzi che ha finito il proprio corso di formazione e si appresta a entrare nella dura vita militare.

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