Israele sta discutendo con il Sud Sudan la possibilità di trasferire i palestinesi della Striscia di Gaza nel Paese dell’Africa orientale devastato dalla guerra, ha riferito l’agenzia di stampa statunitense Ap. Sei persone informate sulla questione hanno confermato i colloqui all’agenzia: non è chiaro a che punto siano ma, se attuati, i piani equivarrebbero a trasferire persone da una terra devastata dalla guerra e a rischio di carestia a un’altra, sollevando preoccupazioni in materia di diritti umani.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di voler realizzare il progetto del presidente americano Donald Trump di trasferire gran parte della popolazione di Gaza attraverso quella che Netanyahu definisce “migrazione volontaria”. Israele ha avanzato proposte di reinsediamento simili con altre nazioni africane.
L’AP aveva già riferito di colloqui simili avviati da Israele e dagli Stati Uniti con il Sudan e la Somalia, paesi anch’essi alle prese con guerre e carestie, e con la regione separatista della Somalia nota come Somaliland. Lo stato di avanzamento di tali discussioni non è noto.
La settimana scorsa, inoltre, il Comando dell’Esercito nazionale libico (Lna), la milizia che controlla la Libia orientale, ha smentito voci circa l’esistenza di un presunto “accordo segreto” volto ad accogliere centinaia di migliaia di palestinesi in Libia, dopo che il ministro dell’Agricoltura israeliano Avi Dichter aveva indicato il Paese come “destinazione ideale” per il reinsediamento di circa 1,5 milioni di palestinesi provenienti dalla Striscia.
“Penso che la cosa giusta da fare, anche secondo le leggi di guerra che conosco, sia permettere alla popolazione di andarsene e poi attaccare con tutte le forze il nemico che rimane lì”, ha detto Netanyahu martedì in un’intervista a i24, un’emittente televisiva israeliana. Nell’intervista Netanyahu non ha fatto riferimento al Sud Sudan.
I palestinesi, le organizzazioni per i diritti umani e gran parte della comunità internazionale hanno respinto le proposte, considerandoli un progetto di espulsione forzata in violazione del diritto internazionale.
Per il Sud Sudan, un accordo di questo tipo potrebbe aiutare a stringere legami più stretti con Israele, oggi potenza militare quasi incontrastata in Medio Oriente. Si tratta anche di una potenziale via d’accesso a Trump, che ha accennato all’idea di reinsediare la popolazione di Gaza a febbraio, ma sembra aver fatto marcia indietro negli ultimi mesi.
Alle richieste di AP, il ministero degli Esteri israeliano ha rifiutato di commentare e il ministro degli Esteri del Sud Sudan non ha risposto alle domande sui colloqui. Un portavoce del Dipartimento di Stato americano ha dichiarato che non commenta le conversazioni diplomatiche private.



