In Africa il commercio illecito di risorse naturali ostacola lo sviluppo

di Valentina Milani

Per proteggere le sue abbondanti risorse naturali, i Paesi africani devono compiere sforzi concertati per combattere il commercio illecito di risorse. Lo denunciano rapporti della Banca africana di sviluppo (Afdb) e del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep).

Secondo i dati dell’Unep, il continente detiene il 30% delle riserve minerarie mondiali, l’8% delle riserve di gas naturale e il 12% delle riserve di petrolio, il 40% delle riserve auree mondiali, fino al 90% delle riserve mondiali di cromo e platino, le più grandi riserve mondiali di cobalto, diamanti, platino e uranio, ma l’Africa possiede anche il 65% della terra arabile mondiale e il 10% della fornitura interna di acqua dolce rinnovabile del mondo.

Tuttavia solo poche nazioni, tra cui Sudafrica, Botswana, Ghana, Burkina Faso e Tanzania, rappresentano oltre l’80% del valore prodotto dalle materie prime minerali. Paesi come la Repubblica Democratica del Congo (Rdc) e la Guinea, anch’essi dotati di risorse per un valore stimato di 23 trilioni di dollari, sono assenti da questo elenco.

Colmare il divario per il commercio illegale di risorse naturali può aiutare a raccogliere alcuni dei fondi di cui l’Africa ha bisogno per sostenere una prosperità inclusiva. Lo scambio non registrato di risorse naturali che mina i progressi economici della più ampia civiltà africana viene definito in questo contesto “commercio illecito”. Secondo il rapporto “Illicit Trade in Natural Resources in Africa” ​​di AfDb, i minerali presi di mira per il commercio illecito nel settore minerario sono principalmente risorse di alto valore. Questi includono pietre preziose, metalli preziosi e terre rare: il commercio illegale di diamanti, ad esempio, è dilagante nei giacimenti di diamanti Marange dello Zimbabwe, Centrafrica, Rdc e Sierra Leone. La cassiterite, che viene utilizzata per produrre lo stagno, è il minerale più commercializzato illegalmente in Africa per volume. Nel 2013, si stima che 7.000 tonnellate di questa sostanza siano state esportate illegalmente dalla Rdc per un valore totale di 29 milioni di dollari.

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