Guinea, al via a Conakry dialogo politico per la transizione

di AFRICA

E’ cominciato ieri, a Conakry, il dialogo politico tra le coalizioni di partiti politici guineani, le organizzazioni della società civile, i sindacati e il governo di transizione sotto l’egida del primo ministro, Mohamed Béavogui.

Inizialmente previsto per venerdì scorso, il dialogo è stato rinviato, a causa del “rifiuto” di alcuni partiti politici di rispondere all’invito del governo di transizione. Le autorità hanno ricondotto il rinvio “all’espressa volontà del governo di mobilitare tutti gli attori socio-politici intorno al tavolo del dialogo per una transizione inclusiva e pacifica”, ha spiegato il governo di transizione in un comunicato.

Il 20 giugno il primo ministro della Guinea ha chiesto un dialogo inclusivo, ma nella lettera di invito inviata alle forze vive, il ministro dell’Amministrazione territoriale, Mory Condé, aveva invece parlato di una terza sessione del quadro di consultazione. Parlando ai media il 20 giugno, Béavogui, ha sottolineato che dal 27 giugno si aprirà “un vero dialogo senza tabù, franco e inclusivo” e ha invitato “tutte le forze attive della nazione intorno al tavolo del dialogo”.

Béavogui ha invitato i sindacati, la società civile e il G58 (un’entità di 58 partiti politici) che partecipano a questo dialogo a discutere in modo costruttivo “al fine di attuare le azioni concrete e necessarie che consentiranno il ritorno all’ordine costituzionale” in Guinea.

Per il dialogo politico, iniziato ieri il premier guineano ha annunciato che farà appello alla Comunità economica degli stati dell’Africa Occidentale (Ecowas), all’Unione Africana (Ua) e alle Nazioni Unite e si affiderà anche all’esperienza del G5 per il monitoraggio del dialogo. “Credo nelle virtù del dialogo per risolvere le differenze e garantire la stabilità e la pace nel nostro Paese”, ha concluso Béavogui.

Tale dialogo si apre pochi giorni prima del vertice dell’Ecowas che sarà dedicato alla situazione politica in Mali, Burkina Faso e Guinea. Il 4 giugno, i leader dell’Africa occidentale hanno deciso di rinviare le loro decisioni al 3 luglio, a causa della mancanza di un accordo. Tuttavia, hanno deplorato il deterioramento della situazione socio-politica in Guinea, dovuto all’assenza di un quadro adeguato per il dialogo tra il governo e gli attori politici e della società civile.

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