Grave emergenza umanitaria colpisce più di un milione di rifugiati in Ciad

di claudia

Nel Ciad orientale è in corso una grave emergenza umanitaria che colpisce oltre un milione di rifugiati e sfollati, in gran parte donne e bambini in fuga dal conflitto in Sudan. Lo riferiscono le principali  organizzazioni umanitarie attive nel paese in una nota nella quale denunciano come i tagli ai finanziamenti hanno costretto molte di esse a ridurre drasticamente le operazioni, lasciando interi campi senza assistenza adeguata.

Dal 2023 più di 870.000 sudanesi e 300.000 ciadiani hanno attraversato il confine per sfuggire alla violenza e alla carestia, in particolare dall’area di El Fasher, in Darfur. “Oggi gli sfollati devono affrontare carenze di cibo, acqua potabile e medicine, aggravate dalla stagione delle piogge che rende impraticabili le strade e limita anche i voli umanitari” sostiene CARE, Ong internazionale umanitaria e di sviluppo, tra le più grandi e longeve al mondo, presente nel paese.

Alla crisi si aggiunge l’allarme sanitario: il 13 luglio è stato registrato il primo caso di colera nel campo rifugiati di Dougui, nella regione di Ouaddai. Da allora sono stati segnalati 422 casi sospetti e almeno 25 decessi, mentre la diffusione di malattie legate all’acqua rischia di esplodere nei campi sovraffollati.

“Il fabbisogno umanitario cresce rapidamente, ma il Piano di risposta 2025 per il Ciad è finanziato solo al 17%”, ha detto Noel Allarabei, direttore ad interim di CARE in Ciad. L’Ong ha già dovuto ridurre il personale e molte organizzazioni locali, comprese quelle guidate da donne, rischiano la chiusura.

Il Ciad, che già prima della guerra in Sudan contava 6,9 milioni di persone bisognose di aiuti, oggi si colloca quasi in fondo al World Hunger Index (125° su 127). L’intreccio tra guerra, fame e epidemie sta trasformando la crisi dei rifugiati in una catastrofe umanitaria che travolge non solo gli sfollati, ma anche le comunità ospitanti del Ciad orientale.

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