Due autrici nigeriane ai vertici delle classifiche mondiali

di claudia

di Massimo Lazzari

Due autrici nigeriane, Abi Darè e Chimamanda Ngozi Adichie, stanno rivoluzionando la narrativa globale con romanzi potenti e impegnati. Le loro opere danno voce alle donne africane e dimostrano che la letteratura può generare cambiamento sociale. Recensione di Un grido di luce di Abi Darè e di L’inventario dei sogni di Chimamanda Ngozi Adichie.

Questo è senza dubbio un momento d’oro per la narrativa africana in generale, e per quella nigeriana in particolare: due autrici provenienti dalla Nigeria, infatti, con le loro ultime opere, stanno occupando i vertici delle classifiche in tutto il mondo.

La prima è Abi Darè, nata nella capitale Lagos ma residente da più di venti anni in Inghilterra, diventata improvvisamente famosa a livello internazionale nel 2020 grazie al suo romanzo di debutto “La ladra di parole”. Il libro è la storia di Adunni, una bambina di un povero villaggio di campagna che riesce a sfuggire a un matrimonio combinato dalla sua famiglia e a un futuro di sottomissione già segnato e a costruirsi una nuova vita nella capitale nigeriana, come donna di servizio presso una famiglia benestante. Qui ha la fortuna di incontrare una donna che si prende a cuore il suo futuro e la aiuta a ottenere una borsa di studio per iniziare a frequentare la scuola, avverando il suo sogno di sempre.

Finale troppo lieto? Per l’autrice sì. Infatti, nel 2024 pubblica “Un grido di luce”, il seguito del primo romanzo. In questo nuovo libro il sogno di Adunni viene bruscamente spento e la bambina, prima di poter iniziare la scuola, è costretta a fare ritorno nel suo villaggio di origine, dove tra mille ostacoli riuscirà però a guidare una sorta di rivoluzione femminile per contribuire a cambiare il destino suo e delle tante bambine come lei. Il successo planetario di questo secondo romanzo è testimoniato anche dalla recente vittoria del Climate Fiction Prize, dal momento che tra i temi affrontati ci sono anche quelli dei cambiamenti climatici e dell’impatto che stanno avendo sulle vite delle comunità rurali dell’Africa.

Non sappiamo ancora se, nei piani di Abi Darè, questa sarà finalmente la svolta nella vita di Adunni o se ci saranno ancora conflitti da superare per poter avverare i suoi sogni. Ma quello che sappiamo è che, con questo personaggio di fantasia che ha fatto innamorare lettori di tutto il mondo, l’autrice sta dando voce a tutte le bambine che purtroppo, in Nigeria ma non solo, non l’hanno mai avuta. E per concretizzare ulteriormente questa missione Abi Darè ha creato la The Louding Voice Foundation, una fondazione che ha l’obiettivo di contrastare le disuguaglianze di genere e aumentare l’empowerment femminile in Nigeria attraverso il sostegno all’educazione scolastica delle bambine e la creazione di comunità di recupero per le donne vittime di violenza.

La seconda autrice è Chimamanda Ngozi Adichie, nata in un piccolo villaggio della Nigeria e trasferitasi a inizio 2000 negli USA grazie a una borsa di studio. Qui frequenta un corso di scrittura creativa e pubblica nel 2003 il suo primo romanzo “L’ibisco viola” che la fa conoscere nel panorama letterario internazionale.
Ma la fama arriva nel 2006 con il suo celebre “Metà di un sole giallo”, romanzo in cui racconta la tragica storia della guerra nel Biafra (purtroppo diventata uno stupido e banale stereotipo alle nostre latitudini) e che vince diversi prestigiosi premi, grazie ai quali si afferma come una delle voci più interessanti (se non la più) della narrativa africana contemporanea.

Negli anni successivi l’impegno di Chimamanda non si riversa solo nei suoi libri: nel 2012 il suo intervento al TEDxEuston dal titolo “Dovremmo essere tutti femministi” ottiene un enorme risalto planetario e l’autrice inizia a essere riconosciuta anche come una paladina dei diritti civili delle donne in tutto il mondo.

Dopo alcuni anni di pausa dalla scrittura, a maggio 2025 è uscito il suo nuovo romanzo “L’inventario dei sogni”, nel quale Chimamanda utilizza le storie intrecciate di quattro donne nigeriane molto diverse per riportare alla luce un fatto di cronaca: lo stupro da parte del capo del Fondo monetario internazionale Dominique Strauss-Kahn della cameriera guineana Nafissatou Diallo in un prestigioso hotel di New York. Vicenda che ha avuto poi una conclusione (scontata) sfavorevole alla vittima e che è stata presto dimenticata dai media di tutto il mondo, ma che Chimamanda con il suo nuovo libro fa tornare attuale. E il fatto che il suo libro, a poco più di un mese dalla pubblicazione, occupi i primi posti di tutte le classifiche mondiali dimostra che forse effettivamente la narrativa può riuscire dove le istituzioni falliscono.

Entrambe queste autrici, donne, femministe, africane, sono una perfetta testimonianza di quello che tutti ci auspichiamo sia una vera e propria rivoluzione artistica e culturale, che possa contribuire in futuro a ispirare altre donne, africane ma non solo, a far sentire la propria voce, a combattere per i propri diritti, a soverchiare i regimi patriarcali e neocolonialisti che da sempre le affliggono e le vorrebbero relegare ai margini della società. La storia ci ha insegnato che la letteratura e l’arte hanno questo potere: il potere di creare dal basso i cambiamenti che le istituzioni governative non riescono, o non vogliono, realizzare.

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