Costa d’Avorio, c’è suspense sulla candidatura del presidente Ouattara

di claudia
Alassane Ouattara

Il presidente ivoriano, Alassane Ouattara, ha annunciato che si prenderà qualche giorno per riflettere sulla possibilità di candidarsi alle elezioni presidenziali di ottobre. La dichiarazione è arrivata durante un intervento allo stadio Ebimpé di Abidjan, davanti a una folla di sostenitori riuniti per un grande evento del suo partito.

Nei giorni scorsi il congresso nazionale del Raggruppamento degli Houphouetisti per la democrazia e la pace (Rhdp), il partito al governo, aveva ufficialmente nominato Ouattara come candidato alla presidenza. Al potere dal 2011, il capo dello Stato ha già svolto tre mandati, ma una sua nuova candidatura alimenta un acceso dibattito politico e costituzionale.

La questione è controversa. La Costituzione ivoriana del 2016, approvata tramite referendum, stabilisce all’articolo 55 che il mandato presidenziale dura cinque anni ed è rinnovabile una sola volta, quindi per un massimo di due mandati consecutivi. Tuttavia, Ouattara è stato eletto nel 2010, rieletto nel 2015 e ancora nel 2020: un totale di tre mandati.

Secondo il Rhdp e i sostenitori del presidente, solo i due mandati successivi alla Costituzione del 2016 devono essere considerati validi. I primi due (2010 e 2015), svolti sotto la precedente Costituzione del 2000, non rientrerebbero quindi nel conteggio. Su questa base, la Corte costituzionale ha convalidato nel 2020 la candidatura per un terzo mandato, sostenendo che si trattasse di fatto di un primo mandato con la nuova legge fondamentale.

Ma giuristi, osservatori e oppositori politici non sono d’accordo. Secondo loro, il testo del 2016 non prevede esplicitamente un “reset” dei mandati precedenti. Ritengono quindi che una nuova candidatura nel 2025 violerebbe lo spirito, se non la lettera, della Costituzione. Per molti, considerare il 2020 come un “primo mandato” è un’interpretazione forzata.

L’opposizione accusa Ouattara di voler mantenere il potere a ogni costo, aggirando le regole democratiche. Per questo motivo, il dibattito sulla sua eventuale ricandidatura è destinato a infiammare la campagna elettorale nei prossimi mesi.

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