Aumentano i milionari africani

di Raffaele Masto

Uno dei luoghi comuni più diffusi di questi tempi è che l’Africa è il continente che cresce di più in termini economici, cioè di Pil, Prodotto Interno Lordo.

Come sempre le cifre assolute esprimono male la realtà. Così per esempio la Nigeria, che nel 2016 ha superato il Pil del Sudafrica divenendo il Paese con la crescita maggiore di tutto il continente, non è conseguentemente il Paese con gli abitanti più ricchi perché è al tempo stesso la nazione più popolosa. Così, dividendo il Pil da record per il numero degli abitanti del Paese, si scopre che i nigeriani sono tra i più poveri dell’intera Africa.

Un problema di distribuzione della ricchezza, dunque, che appare ancora più evidente se si guarda la tendenza africana all’accumulazione di ricchezza, di lusso, di proprietà immobiliari, in una parola di patrimoni.

Secondo dati Onu riportati nel portale Open Data for Africa, la ricchezza patrimoniale in Africa è cresciuta del 13% in dieci anni, cioè dal 2007 al 2017. Solo in quest’ultimo anno è cresciuta del 3%. In sostanza, in dieci anni l’élite economico-finanziaria africana è aumentata di diciannovemila milionari, che possiedono almeno un milione di dollari in patrimoni. Si stima che questa ricchezza crescerà ancora a ritmi vertiginosi nei successivi dieci anni aumentando del 34% entro il 2027.

In termini macro-economici ciò significa che la forbice tra ricchezza e povertà si apre sempre più, come del resto avviene nel mondo intero. Ma in Africa questo divario è più significativo perché denuncia il fatto che la crescita della domanda interna in molti Paesi non esprime un aumento, in termini numerici, della classe media ma semplicemente una maggiore domanda interna espressa da questi nuovi ricchi. Ci sono Paesi in cui il fenomeno è appariscente, come l’Angola, che è diventato il Paese con la capitale, Luanda, che è la città più cara al mondo, con una popolazione che è rimasta sostanzialmente povera.

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