Venerdì 15 agosto si aprirà a Pretoria, in Sudafrica, il Dialogo nazionale, una vera e propria convention che riunirà più di 200 organizzazioni provenienti da 33 settori economici diversi per affrontare le principali sfide del Paese, tra cui povertà, disoccupazione e violenza di genere.
Questo dialogo nazionale sarà propedeutico a una seconda convention, prevista all’inizio del 2026, volta a definire una visione comune e un piano d’azione che guideranno la prossima fase del Piano di sviluppo nazionale e della Visione 2030 del Sudafrica.
Nei giorni scorsi il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha esortato le donne di ogni estrazione sociale, con una lettera pubblica, a partecipare attivamente al prossimo dialogo nazionale, spiegando che la loro inclusione è essenziale per plasmare il futuro del Paese: secondo Ramaphosa il dialogo nazionale deve essere uno spazio in cui le donne “fanno sentire la loro voce” e influenzano le decisioni che riguardano le loro vite. “Le donne rappresentano più della metà della popolazione del Paese. Sono coinvolte in tutte le questioni politiche, sociali ed economiche” ha ricordato il presidente sudafricano per spiegare che “nessuna decisione governativa dovrebbe essere presa senza considerare il suo impatto specifico sulle donne”.
Ramaphosa, nella sua lettera, ha insistito sul fatto che il dialogo rifletta la diversità delle esperienze delle donne, comprese quelle provenienti dalle comunità rurali e da quelle urbane, ma ha menzionato anche le donne con disabilità, chiedendo la mobilitazione delle organizzazioni femminili per garantire un’ampia rappresentanza all’interno delle strutture che supervisionano il processo. Per questo compito è stato infatti nominato un Comitato interministeriale di personalità eminenti, presieduto dal vicepresidente Paul Mashatile, come l’arcivescovo anglicano di Città del Capo Thabo Makgoba, il capitano della nazionale di rugby Siya Kolisi, l’ex giudice della Corte costituzionale Edwin Cameron e l’attivista per la pace Ela Gandhi, il cui compito sarà quello di coordinare la partecipazione del governo.



