Sudafrica: l’ex presidente Jacob Zuma finisce in carcere

di claudia

Una notte di dramma e attesa, seguita passo passo dai media sudafricani ma anche africani e internazionali, poi l’esito che in tanti auspicavano per evitare incidenti. Così, ieri sera, poco prima che scadesse il termine imposto dalla Corte costituzionale (la mezzanotte), l’ex presidente sudafricano Jacob Zuma ha lasciato la sua casa di Nkandla per recarsi all’istituto penitenziario di Estcourt nel KwaZulu-Natal dove dovrà scontare 15 mesi di carcere. Esaurite le opzioni legali, Zuma ha così accettato di collaborare con le autorità dopo una visita dell’ufficiale della polizia Khehla Sitole, giunto a Nkandla per disinnescare quella che poteva portare a una pericolosa crisi istituzionale.

Zuma, 79 anni, è stato condannato al carcere il 29 giugno nell’ambito di un’inchiesta per corruzione sui suoi nove anni al potere, rifiutandosi di testimoniare. La sentenza ha scatenato una querelle legale senza precedenti in Sudafrica, che non aveva mai visto un ex presidente incarcerato prima d’ora. Zuma si era inizialmente rifiutato di consegnarsi, ma in una breve dichiarazione rilasciata ieri sera, la Fondazione Jacob Zuma ha riferito che l’ex presidente aveva alla fine “deciso di conformarsi” alla sentenza.

Imprenditori sudafricani di alto profilo sono stati accusati di aver cospirato con i politici per influenzare il processo decisionale mentre Zuma era in carica. Zuma ha respinto le accuse sostenendo più volte di essere vittima di un complotto politico. Sebbene sia stato costretto a dimettersi dal suo stesso partito nel 2018, l’African National Congress (Anc), Zuma mantiene ancora un nutrito gruppo di sostenitori, specialmente nella sua provincia natale del KwaZulu-Natal. Domenica, la folla aveva formato una sorta di scudo umano fuori dalla sontuosa casa di Zuma nel tentativo di impedirne arresto. Una folla simile si è radunata ieri prima che lui stesso decidesse di consegnarsi.

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