17/06/13 – Burundi – Denunciato arresto giornalista, critiche a nuova legge

di AFRICA

Solo due settimane dopo la promulgazione di una contestata legge sulla stampa da parte del presidente Pierre Nkurunziza, criticata anche dalla comunità internazionale, difensori dei diritti dei giornalisti denunciano scomparse, arresti arbitrari e restrizioni alla libertà di stampa.

Per l’Unione dei giornalisti burundesi (Ubj) l’ultimo sulla lista è stato Lucien Rukevya, professionista della Radiotelevisione nazionale del Burundi (Rtnb), “scomparso giovedì pomeriggio e trattenuto nelle prigioni segrete dei servizi di intelligence”. Poche ore prima un portavoce del Servizio nazionale di intelligence (Service national de renseignement, Snr) aveva riferito che Rukevya era stato arrestato a Ngagara (quartiere a nord di Bujumbura) assieme al professore ed ex ministro Ignace Bankamwabo, al colonnello Shaka Jean-Marie Muhoza e a un altro esponente banyamulenge (nome dato in Burundi ai tutsi congolesi, ndr) della ribellione congolese del Movimento del 23 marzo (M23). “Erano in possesso di documenti compromettenti (…) – aveva detto il portavoce – e sono accusati di attentato alla sicurezza interna dello Stato”. Il Burundi confina con il Sud Kivu, una provincia dell’est della Repubblica democratica del Congo base di numerosi movimenti armati. Ma l’Unione dei giornalisti burundesi non dà credito alla versione ufficiale dei fatti riferita dall’Snr, sospettando che ci siano altre motivazioni dietro l’arresto di Rukevya. “Siamo preoccupati per il fatto che in passato detenuti sono stati spesso torturati nelle prigioni dei servizi segreti, a volte fino alla morte” ha reso noto l’Ubj, chiedendo alle autorità di interrogare il giornalista in presenza del suo legale.

A fine maggio il Consiglio nazionale della comunicazione (Cnc) aveva bloccato per un mese un forum dei lettori del quotidiano indipendente Iwacu, accusato di “pubblicare commenti pericolosi per l’unità nazionale, l’ordine pubblico, ingiuriosi per il capo dello Stato e che incitano all’odio”.

Tra i punti più controversi della nuova legge sulla stampa, c’è l’articolo 10 che obbliga il giornalista a rivelare l’identità delle sue fonti in merito a pubblicazioni che riguardano la pubblica sicurezza e la difesa nazionale, ma anche il divieto di diffondere notizie sulla moneta nazionale, svalutata del 14% rispetto al dollaro nel corso del 2012. Sui 72 articoli della legge, 20 riguardano sanzioni e multe ai danni dei giornalisti, che rischiano di dover pagare alle autorità fino a 10 milioni di franchi burundesi.

La promulgazione del testo rischia di creare ulteriori tensioni socio-politiche in un clima di rinnovata instabilità: dalle elezioni contestate del 2010 – vinte da Nkurunziza e dal suo Cndd-Fdd – il paese dei Grandi Laghi, uscito nel 2003 da una guerra civile decennale, è stato teatro di decine di episodi di violenza politica, casi di sparizioni forzate e omicidi con un bilancio di più di 400 vittime. In più occasioni organizzazioni locali e Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per il clima di intimidazione che circonda operatori dei media e attivisti della società civile. – Misna

 

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