11/07/13 – Costa d’Avorio – Confermate accuse per decine di pro-Gbagbo

di AFRICA

 

Saranno processate dinanzi alla Corte d’assise 84 personalità legate all’ex presidente Laurent Gbagbo, tra cui la moglie Simone e il figlio Michel: lo ha deciso la camera di accusa del tribunale di Abidjan, confermando i capi d’imputazione già formalizzati a loro carico. Oltre ai reati di crimini di guerra, crimini di sangue, reati economici, attentato alla sicurezza dello Stato e organizzazione di bande armate, otto di loro sono accusati di genocidio durante la crisi elettorale del 2011, conclusa con 3000 vittime.

Tra gli imputati c’è anche Pascal Affi N’Guessan, presidente del Fronte popolare ivoriano (Fpi), il partito di Gbagbo ora principale forza di opposizione, e l’ex primo ministro Gilbert-Marie Aké N’Gbo. La maggior parte degli accusati è detenuta da due anni o agli arresti domiciliari; in pochi hanno ottenuto la libertà provvisoria. I processi che si svolgono dinanzi alla Corte d’assise implicano che anche gli imputati che godono della libertà provvisoria tornino in carcere.

La sentenza è stata accolta con stupore e critiche dei pro-Gbgabo e del Fronte popolare ivoriano che si aspettavano un provvedimento diverso per favorire la riconciliazione e il dialogo politico. Pochi giorni fa, durante una visita al nord, il presidente Alassane Dramane Ouattara si è detto favorevole alla libertà provvisoria dei detenuti vicini al suo ex rivale, invitando le forze di opposizione a “salire sul treno della pace”. Gli avvocati degli imputati denunciano di “non essere in grado di garantir loro le condizioni per un processo equo” mentre per alcuni osservatori “la decisione del tribunale di Abidjan è stata presa troppo in fretta”. Il governo del presidente Ouattara, che ha auspicato procedimenti “più celeri”, è stato accusato da difensori dei diritti umani e società civile di attuare “una giustizia dei vincitori”. Finora nessuna personalità legata all’attuale capo di Stato è stata indagata o processata.

Detenuto dal novembre 2011 presso la Corte penale internazionale (Cpi), che lo sospetta di crimini contro l’umanità, Laurent Gbagbo sta ancora aspettando la formalizzazione delle accuse a suo carico. Il mese scorso i giudici della corte con sede all’Aia hanno chiesto al procuratore generale più tempo e ulteriori elementi di prova prima di pronunciarsi su un processo a suo carico. Alla fine del 2012 la Cpi ha spiccato un mandato di cattura nei confronti della moglie Simone, al quale le autorità di Abidjan non hanno ancora risposto. – Misna

 

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