08/11/13 – Madagascar – Confermato ballottaggio tra i due favoriti

di AFRICA

 

Come anticipato dai risultati provvisori diffusi nei giorni scorsi, servirà un secondo turno per determinare il nome del futuro presidente del Madagascar. La Commissione elettorale nazionale indipendente di transizione (Cenit) ha annunciato che andranno al ballottaggio il prossimo 20 dicembre Jean Louis Robinson e Hery Rajoanarimampianina. Il primo, sostenuto dall’ex presidente Marc Ravalomanana, ha ottenuto il 21,10% dei consensi mentre il secondo, candidato dell’attuale capo di Stato Andry Rajoelina, si è fermato al 15,93% delle preferenze. Attesi da giorni, i risultati del primo turno delle presidenziali, tenuto lo scorso 25 ottobre, sono stati resi noti dalla presidente della Cenit, Béatrice Atallah. Alla cerimonia ufficiale di presentazione dei risultati hanno preso parte i 31 candidati, esponenti del governo, rappresentanti del corpo diplomatico e il mediatore della Comunità di sviluppo dell’Africa australe (Sadc), l’ex presidente mozambicano Joaquim Chissano.

L’organismo elettorale ha poi annunciato che su 20.0001 seggi, anomalie sono state riscontrate nei processi verbali di 61 seggi. Sul contenzioso elettorale la Corte elettorale speciale (Ces) dovrà pronunciarsi entro 15 giorni. Ricorsi per ottenere la squalifica di Rajoanarimampianina sono già stati presentati dai sostenitori di Hajo Andrianainarivelo, al terzo posto con il 10,52% dei consensi. La campagna elettorale per il secondo turno avrà inizio il 29 novembre. Il 20 dicembre i malgasci andranno alle urne anche per scegliere i 151 deputati tra più di 7700 candidati.

Per gli osservatori elettorali locali e stranieri il voto del mese scorso è stato globalmente regolare nonostante difficoltà logistiche e alcuni incidenti isolati. Il punto più controverso dell’intero processo elettorale riguarda la mancata iscrizione nei registri di centinaia di aventi diritto che non potranno nemmeno partecipare al ballottaggio e alle legislative del 20 dicembre. Le elezioni generali sono considerate dalla popolazione, sempre più povera, un prima passo per uscire dalla crisi politica, economica e sociale in atto dal 2009. – Misna

 

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