Il comandante dell’esercito sudanese, il generale Abdel Fattah al-Burhan, ha avviato una vasta riorganizzazione militare per rafforzare il controllo sulle forze armate in pieno conflitto con le Forze di supporto rapido (Rsf).
Un decreto emesso ieri ha posto sotto il comando diretto dell’esercito tutte le formazioni alleate, tra cui ex ribelli del Darfur, milizie tribali, brigate islamiste e gruppi civili di autodifesa. Contestualmente, al-Burhan ha nominato un nuovo ispettore generale e un nuovo capo dell’aeronautica, confermando il generale Mohamed Othman al-Hussein alla guida dello Stato maggiore congiunto.
La mossa, che segue il pensionamento di ufficiali di alto rango, è interpretata da alcuni analisti come un tentativo di consolidare il controllo nelle regioni centrale e orientale del Paese, mentre nel Darfur proseguono duri scontri con le Rsf.
Alcuni attori politici hanno accolto positivamente la riorganizzazione, ritenendola utile a prevenire la formazione di nuove fazioni armate rivali, come accadde con le stesse Rsf, nate da milizie paramilitari sostenute in passato dal governo.
Il riassetto avviene in un contesto politico estremamente frammentato: le Rsf hanno di recente annunciato la formazione di un governo parallelo, alimentando i timori di una spaccatura di fatto del Sudan.



