Sud Sudan, Kiir chiede la revoca delle sanzioni ed dell’embargo sulle armi

di claudia

Le sanzioni internazionali e l’embargo sulle armi imposti al Sud Sudan stanno ostacolando il progresso e le riforme nel settore della sicurezza. Lo ha dichiarato ieri il presidente, Salva Kiir, intervenendo all’apertura della sessione dell’Assemblea legislativa nazionale di transizione revitalizzata (Rtnla) a Juba. “Ribadisco il nostro appello alla revoca immediata delle sanzioni e dell’embargo sulle armi”, ha affermato il capo dello Stato, rivolgendosi ai partner internazionali. “La politica estera del Sud Sudan si basa sulla pacifica convivenza, sulla cooperazione regionale e sul rispetto reciproco”.

Il Paese è soggetto dal luglio 2018 a un embargo sulle armi imposto dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nel tentativo di limitare l’afflusso di armamenti alle parti in conflitto e di sostenere il fragile processo di pace avviato dopo il conflitto civile esploso nel dicembre 2013. Parallelamente, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni individuali a funzionari sud sudanesi ritenuti responsabili di violazioni dei diritti umani e ostacoli al processo di pace. Misure analoghe sono state adottate anche da Unione europea, Regno Unito e Canada.

Kiir ha inoltre sollecitato le forze firmatarie dell’accordo di pace revitalizzato del 2018 a rinnovare il proprio impegno senza porre condizioni, e ha invitato le fazioni rimaste fuori dall’intesa ad aderire al processo. “Le forze dell’opposizione favorevoli alla pace devono essere accolte e immediatamente integrate, così da avere un unico esercito nazionale”, ha dichiarato.

Il presidente ha concluso sottolineando che pace, sicurezza e unità nazionale restano le priorità del suo governo.

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