Sud Sudan: deportati a Juba otto migranti detenuti in una base militare Usa

di claudia

Le autorità statunitensi hanno deportato in Sud Sudan otto migranti detenuti da oltre un mese presso una base militare americana a Gibuti, dopo che la Corte Suprema ha autorizzato il trasferimento respingendo un ultimo ricorso volto a bloccare l’espulsione. Lo ha reso noto il Dipartimento per la Sicurezza interna (Dhs) in un comunicato diffuso nel fine settimana.

Il rimpatrio è avvenuto venerdì, giorno dell’Indipendenza americana, secondo quanto dichiarato dalla sottosegretaria Tricia McLaughlin, che ha definito l’operazione “una vittoria per lo stato di diritto e per la sicurezza del popolo americano”.

Fonti aeroportuali a Juba, citate da Reuters, hanno confermato l’arrivo dell’aereo con a bordo i deportati alle 6 del mattino ora locale. Un funzionario dell’immigrazione ha confermato lo sbarco, rimandando però ogni dettaglio al Servizio di sicurezza nazionale sudsudanese.

Il gruppo era composto da otto uomini originari di Cuba, Laos, Messico, Myanmar, Sudan e Vietnam. I loro legali avevano sostenuto che la deportazione violasse la Costituzione americana, che vieta pene crudeli e inusuali, sottolineando i gravi rischi che i migranti avrebbero corso una volta giunti in Sud Sudan, Paese ancora instabile e segnato da anni di guerra civile. Il caso aveva attirato l’attenzione nazionale negli Stati Uniti, diventando emblematico della strategia dell’amministrazione Trump di effettuare espulsioni verso Paesi terzi considerati pericolosi. Già due volte la questione era giunta fino alla Corte Suprema.

Il Sud Sudan, secondo il Dipartimento di Stato americano, è attualmente sconsigliato ai cittadini statunitensi per via di alti livelli di criminalità violenta e conflitti armati. Le Nazioni Unite hanno recentemente avvertito che le tensioni politiche nel Paese potrebbero riaccendere il conflitto civile terminato formalmente nel 2018.

Dopo una prima sospensione ordinata da un giudice federale a Boston a maggio, venerdì – in piena festività nazionale – due corti si sono riunite d’urgenza per esaminare nuovi ricorsi. Il giudice distrettuale Brian Murphy ha infine dichiarato che la decisione della Corte Suprema imponeva la ripresa della deportazione.

Non è stato reso noto dove siano di preciso stati portati i migranti una volta atterrati in Sud Sudan.

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