Simu l’ostricaro

di Stefania Ragusa

Nel Delta del Po si distinguono vari ambienti, ognuno con caratteristiche peculiari: la campagna, le dune fossili, gli argini, le golene, le valli da pesca, le lagune le sacche e gli scanni. La vita degli abitanti del delta è sempre stata legata alla terra e all’acqua e a ciò che esse possono offrire. Agricoltura e pesca sono due delle attività esercitate nella zona e costituiscono anche oggi due dei principali settori occupazionali che sanno offrire prodotti di grande qualità. Tra i vari prodotti che sono prodotti in quest’area, ci sono anche le ostriche, sia le ostriche rosa di Scardovari che le “comuni” ostriche concave.

E anche in questa attività sono spesso coinvolti migranti che fanno i lavori che noi nativi non vogliamo più fare. Ad esempio l’altro giorno in un mio vagabondare nel delta del Po, incontro Simu, che con un’altra persona, scarica da un barchino, casse e casse di ostriche destinate al mercato di Chioggia. È caldo e per due persone il lavoro di portare le casse sull’argine è duro, allora mi offro di aiutarli, in tre è un gioco da ragazzi. E passandoci di mano le casse, Simu mi racconta brevemente la sua storia.

Simu vive ad Adria (Rovigo) ma viene dal Marocco. Grazie ad un amico è arrivato a questo lavoro, raccogliere le ostriche qui nel delta del Po, un amico che faceva già questo lavoro e aveva bisogno di una mano. È oramai il secondo anno che fa questo lavoro, durante la stagione estiva.

Un lavoro pesante, che comincia presto al mattino, quel giorno era in mare dalle 4; si va all’allevamento, si staccano le ostriche, si separano per dimensione, si lavano, e poi finalmente si preparano per portarle al cliente. Tutto il lavoro è legato alla marea, bisogna aspettare la bassa marea, perché le ostriche vengan fuori e possano essere raccolte. Simu mi spiega tutte le misure a cui bisogna attenersi per poterle raccogliere.

Simu arriva in Italia nel 2000, parla un ottimo italiano con cadenza veneta, è sposato con due figli 8, e 2 anni e un terzo in arrivo fra un paio di mesi (lui dice con orgoglio “tre figli”), la moglie non lavora, e quindi lui deve procurare il pane per tutti. E il lavoro non basta mai, raccogliere ostriche, il piastrellista, e altri piccoli lavoretti.

Quando tutte le casse sono pronte per essere portate al mercato, mi regala qualche ostrica da assaggiare, erano deliziose!

Chissà se abbiamo pensato mai che anche dietro un piatto di ostriche o di cozze c’è il lavoro di migranti

(Dante Farricella)

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