Sempre più critica la situazione dei rifugiati sudanesi in Ciad

di claudia
rifugiati

 La situazione dei rifugiati sudanesi in Ciad ha raggiunto un punto critico. Secondo le organizzazioni umanitarie, il flusso continuo di persone in fuga dal conflitto in Sudan sta mettendo a dura prova le già scarse risorse disponibili nel Paese. Dall’aprile 2023, circa 4 milioni di persone hanno lasciato il Sudan a causa della guerra civile in corso, e il Ciad ne ospita attualmente circa un quarto. Solo negli ultimi due mesi, più di 80.000 rifugiati sono arrivati nell’est del Paese dopo una serie di attacchi armati nei campi per sfollati nella regione del Darfur settentrionale.

Secondo Medici Senza Frontiere, le violenze hanno causato oltre 300 vittime civili al 3 giugno. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha riferito che il 72% dei nuovi arrivati ha subito gravi violazioni dei diritti umani, tra cui violenze fisiche e sessuali, detenzioni arbitrarie e reclutamento forzato.

“Solo Dio può comprendere l’inferno che abbiamo attraversato per fuggire dal campo di Zamzam”, ha raccontato – riferisce Africanews – Moussa Mansour Issa, un contadino di 68 anni che ha raggiunto il Ciad all’inizio di giugno dopo aver passato tre giorni nascosto a causa dei combattimenti. Chi arriva spera di trovare sicurezza e assistenza, ma la realtà è ben diversa. “Ci hanno accolti con calore, ma non abbiamo nulla da mangiare, solo quello che ci danno”, ha spiegato Mariame Ahmat Adam, 35 anni, giunta in Ciad a fine aprile con i suoi sei figli dopo cinque giorni di cammino.

Il Programma alimentare mondiale (Wfp) ha lanciato ieri un nuovo allarme: senza nuovi finanziamenti, sarà costretto a ridurre l’assistenza alimentare nei prossimi mesi. Il rischio concreto è un aggravarsi della fame e della malnutrizione tra i rifugiati sudanesi, non solo in Ciad ma anche in altri sei Paesi africani, tra cui Egitto, Etiopia e Sud Sudan.

Nel 2024, gli Stati Uniti avevano contribuito con 39,3 milioni di dollari alla risposta umanitaria in Ciad, ma nel 2025 la cifra è scesa a 6,8 milioni. I tagli agli aiuti esteri statunitensi, decisi sotto l’amministrazione Trump, hanno avuto un impatto diretto sulla capacità delle agenzie umanitarie di rispondere all’emergenza.

“I rifugiati sudanesi meritano protezione e assistenza, non ulteriore fame e disperazione”, ha dichiarato Shaun Hughes, coordinatore regionale per l’emergenza Sudan del Wfp. L’agenzia ha stimato in oltre 200 milioni di dollari il fabbisogno finanziario per i prossimi sei mesi, necessari a sostenere milioni di persone in fuga da una delle peggiori crisi umanitarie in corso nel continente africano. 

Condividi

Altre letture correlate: