Nollywood sulla Croisette

di claudia
My Father's Shadow

di Annamaria Gallone

Uno degli eventi della 78° edizione del Festival di Cannes è stata la proiezione di My Father’s Shadow del nigeriano Akinola Davies Jr. nella sezione ufficiale Un Certain Regard, dopo decenni ai margini della vetrina cinematografica più prestigiosa al mondo. 

Nollywood è approdata infine sulla Croisette con l’opera prima di un giovane regista, che ha scritto la sceneggiatura insieme al fratello, Akinola davies jr. “Da bambino sentivo sempre parlare di Cannes e ritrovarmi qui con il mio primo film nel festival più prestigioso del mondo è un po’ surreale”, afferma il regista, scrittore e videoartista che lavora tra la Nigeria e il Regno Unito.  

I due fratelli hanno perso il padre da piccoli e, come dice Akinola, la vicenda semi biografica rappresentata nasce da un’urgenza:

“Se mai avessi potuto realizzare un solo lungometraggio, avrei voluto che fosse al servizio della mia famiglia, dei nostri ricordi, come qualcosa che potesse essere una capsula del tempo catartica per il passato, il presente e il futuro. Per onorare la nostra immaginazione come qualcosa che non è al di fuori di noi, ma come parte della nostra memoria… Tutto quello che puoi costruire è basato sui ricordi… Ci sono veramente pochi momenti in cui intravedi un’idea della vera natura del carattere di quella persona – i difetti, le vulnerabilità, i sogni, le idee… Siamo un mix delle nostre ambizioni, dei nostri sogni, delle nostre idee, delle nostre famiglie, del nostro retaggio, della nostra cultura, della nostra tradizione.

In un comunicato stampa, Wale Davies, ha parlato dell’esperienza e delle difficoltà che lui e suo fratello hanno vissuto per poter raccontare la storia presentata in My Father’s Shadow, soprattutto il dover scavare nella propria mente per trovare dei ricordi che non li appartenevano più, come quelli del padre o della situazione politica della Nigeria di quegli anni.

Il film è infatti un’esplorazione dei legami familiari e della mascolinità, una storia intima, ma anche sociopolitica, ambientata nella capitale, Lagos, nel 1993, nell’arco di una sola giornata. Una giornata molto speciale, per la controversa cancellazione delle prime elezioni libere in dieci anni di governo militare. La maggioranza della popolazione è ansiosa di scacciare il presidente uscente, Ibrahim Babangida e Lagos è più turbolenta e caotica del solito.

In questa atmosfera cupa si muovono due fratellini, Remi (Godwin) di 11 anni e Akim (Chibuike Marvellous Egbo), esordienti e fratelli anche nella vita reale, insieme al loro papà Folarin (Sope Dìrisù). L’uomo deve recuperare nella capitale la paga dal suo datore di lavoro, ma soprattutto vuole cercare di instaurare un rapporto affettivo con i suoi bambini, poiché a casa è sempre assente. È un padre ambivalente, allo stesso tempo figura autoritaria e uomo fragile.

I fratellini sono incuriositi, eccitati e spaventati da quello che mostra loro Lagos, che attraversano con improvvisati mezzi di trasporto, a piedi, in autobus, in macchina, in moto.  Ben resa l’innocenza dei bambini che osservano una realtà che non comprendono ma di cui afferrano istintivamente l’ostilità, l’insicurezza.

Questo “viaggio” è l’occasione perché i tre riescano finalmente a parlare, a confrontarsi sull’assenza paterna, sul significato dei legami familiari. A poco a poco le tensioni e i risentimenti si sciolgono in un abbraccio finale con il mare. Ma l’esito delle elezioni modificherà per sempre anche il destino del padre e della sua famiglia.

L’attore britannico Sope Disiru, figlio di immigrati nigeriani, già conosciuto per il suo ruolo in Gang di Londra, è stato molto colpito dalle riprese, che l’hanno fatto riflettere su cosa significhi essere padre e su come la Nigeria si inserisca nella sua identità personale.

Il film ha ricevuto per lo più recensioni entusiastiche ed è già stato acquisito dalla piattaforma MUBI. Il prossimo progetto di Akinola Davies Jr, sempre insieme a suo fratello, esplorerà la regione del Delta del Niger. Un luogo simbolo devastato a livello ambientale, politico e sociale.

Aspettiamo quindi il suo secondo film e quello di altri registi nigeriani che si affermino nel mondo.

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