L’antidroga nigeriana è un modello per il continente

di claudia
droga

L’Africa sta affrontando un’esplosione del consumo di droga e una rapida trasformazione dei mercati illeciti. La Commissione dell’Unione Africana (Ua) ha riconosciuto il ruolo strategico dell’Agenzia nazionale nigeriana per l’applicazione della legge sulla droga (Ndlea) nello sviluppo del futuro piano d’azione continentale per il controllo degli stupefacenti e la prevenzione della criminalità.

Il riconoscimento è stato espresso durante una visita di valutazione presso la sede centrale della Ndlea ad Abuja, capitale della Nigeria, da parte di una delegazione dell’Unione Africana. “La Ndlea è in prima linea nell’applicazione della legge nel continente. Il prossimo piano non potrà essere completato senza il suo contributo”, ha dichiarato alla stampa nigeriana Olubusayo Akinola, capo missione.

Il 26 giugno, l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) ha reso noto, nel suo Rapporto mondiale sulla droga 2025, un preoccupante aumento del consumo di sostanze illecite in Africa, ben al di sopra delle medie globali. In particolare, la regione dell’Africa occidentale registra tassi di consumo di cannabis che raggiungono il 10%, più del doppio della media globale. Inoltre, nel 2023 l’Africa ha rappresentato quasi il 44% dei sequestri di cannabis a livello mondiale, superando Americhe, Asia ed Europa.

Mohamed Buba Marwa, presidente della Ndlea, ha lanciato un allarme su questa tendenza: “Mentre il consumo globale di droga cresce del 10-11%, l’Africa potrebbe registrare un aumento del 40%. Questa disparità segnala una crisi imminente che richiede una risposta rapida e coordinata”.

L’Africa occidentale sta emergendo come un’importante area di transito per eroina e cocaina, e contemporaneamente affronta una crescente epidemia di tramadolo, un oppioide farmaceutico i cui sequestri rimangono costanti e sempre molto ingenti in tutto il continente. A peggiorare la situazione, sostanze ultra-potenti come i nitazeni – spesso mescolate nel cosiddetto “kush” – stanno ora circolando anche in Africa occidentale e centrale. 

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