Il Sudan è sull’orlo del collasso statale e rischia una catastrofe umanitaria senza precedenti, avverte un analista politico indipendente davanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, sollecitando un’azione internazionale più decisa per fermare la guerra civile in corso.
Durante un briefing aperto richiesto dal governo sudanese, l’esperto Cameron Hudson ha descritto il conflitto come una lotta completamente internazionalizzata, con combattimenti che coinvolgono sofisticate armi moderne e mercenari stranieri e con crescenti attacchi contro aree civili.
Hudson ha espresso timori per la possibile partizione del Paese e l’intensificazione di spostamenti di popolazione, avvertendo che la crisi potrebbe avere effetti destabilizzanti su intera la regione del Corno d’Africa e oltre, fino al Sahel e al Mediterraneo.
L’analista ha inoltre criticato il ruolo di potenze esterne nel rifornire di armi e supporto le parti in conflitto e ha chiesto al Consiglio di Sicurezza misure più concrete, tra cui l’espansione dell’embargo sulle armi e un maggiore sostegno alle organizzazioni umanitarie locali.
La testimonianza di Hudson riflette un’escalation di preoccupazioni internazionali sulla guerra tra le Forze Armate Sudanesi e le Rapid Support Forces (Rsf), che ha già provocato vaste distruzioni e sofferenze civili nel Paese.
