Il Malawi al voto tra crisi economica e vecchi duelli politici

di claudia
Elezioni in Malawi

di Valentina Giulia Milani

Oggi si vota in Malawi, nazione dell’Africa australe ricca di cultura e tradizioni, considerata il cuore caldo dell’Africa, segnata da decenni da gravi crisi economiche dalla sua indipendenza, avvenuta nel 1964. Per la maggior parte dei cittadini, la vera posta in gioco non è solo la leadership politica, ma la possibilità di sopravvivere in un contesto di crescente difficoltà.

Urne aperte oggi in Malawi per un’elezione generale che coinvolge non solo la presidenza, ma anche il Parlamento e i consigli locali. Si tratta di un appuntamento cruciale per una nazione dell’Africa australe segnata da una delle peggiori crisi economiche dalla sua indipendenza, avvenuta nel 1964. Il voto si svolge in un clima relativamente calmo sul piano politico, ma con una popolazione sfiduciata e provata da inflazione, povertà diffusa e corruzione.

Il sistema prevede l’elezione diretta del presidente della Repubblica, che deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti (50 per cento più uno). In caso contrario, è previsto un ballottaggio entro 30 giorni. Oltre alla presidenza, si rinnovano i 229 seggi dell’Assemblea nazionale e i rappresentanti locali nei consigli comunali. Sono circa 7,2 milioni gli elettori registrati, con una maggioranza di donne.

La corsa presidenziale vede schierati 17 aspiranti, ma l’attenzione si concentra su alcuni nomi di peso. L’attuale capo di Stato, Lazarus Chakwera, 70 anni, cerca un secondo mandato a nome del Malawi Congress Party (Mcp). Durante il suo governo ha promosso progetti agricoli e rivendica la creazione di posti di lavoro, ma è duramente criticato per l’inflazione fuori controllo, la scarsità di carburante e le accuse di corruzione.
Tra i principali sfidanti c’è Peter Mutharika, 85 anni, ex presidente e leader del Democratic Progressive Party (Dpp). Già al potere tra il 2014 e il 2020, propone stabilità e rilancio economico, ma porta con sé il peso delle accuse di cattiva gestione che hanno contrassegnato il suo ultimo mandato.
In campo anche Joyce Banda, 75 anni, prima donna a guidare il Malawi tra il 2012 e il 2014. Punta sulla sua esperienza e sull’immagine di alternativa ai due contendenti principali, ma la sua presidenza resta legata allo scandalo di corruzione noto come Cashgate. Altri candidati da segnalare sono Dalitso Kabambe, ex governatore della banca centrale e rappresentante dell’United Transformation Movement (Utm), che si propone come tecnico capace di riforme economiche, e Atupele Muluzi, figlio dell’ex presidente Bakili Muluzi, oltre all’attuale vicepresidente Michael Usi. Questi nomi minori potrebbero assumere un ruolo decisivo in caso di ballottaggio.

elezioni in malawi

Per la maggior parte dei cittadini, la vera posta in gioco non è solo la leadership politica, ma la possibilità di sopravvivere in un contesto di crescente difficoltà. Come ha raccontato Radio France Internationale (Rfi) in un reportage, il sacco di mais – alimento di base nel Paese – è passato in quattro anni da 10.000 a 60.000 kwacha, ossia da circa 5 a 35 euro, mentre il salario medio si aggira intorno ai 100.000 kwacha. “Come può una persona comprare un sacco di mais per sfamare due figli e pagare l’affitto? È impossibile”, ha denunciato lo storico John Lwanda ai microfoni di Rfi. L’inflazione ha superato il 30 per cento nel 2024, colpendo soprattutto i beni di prima necessità. Il Malawi dipende in larga parte dalle importazioni e dagli aiuti esteri, e oltre il 70 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. I cicli di siccità e i cicloni che periodicamente devastano il Paese – come Freddy nel 2023 – hanno aggravato l’insicurezza alimentare.

Il Malawi è oggi sotto forte pressione del Fondo monetario internazionale (Fmi), con cui sono in corso trattative per nuovi pacchetti di sostegno finanziario. Ma le riforme richieste dall’istituzione di Washington, tra cui ulteriori tagli ai sussidi e liberalizzazioni, rischiano di alimentare tensioni sociali se non accompagnate da misure di protezione. “La svalutazione della moneta, richiesta dal Fondo, farebbe impennare i prezzi e potrebbe scatenare proteste se le promesse di riduzione del costo della vita non saranno mantenute”, ha spiegato Crispin Mphande, docente all’Università di Mzuzu, sempre a Rfi.

Un sondaggio realizzato dall’Institute of Public Opinion and Research (Ipor), citato dall’agenzia Afp, accredita Peter Mutharika al 41 per cento delle intenzioni di voto, contro il 31 per cento di Lazarus Chakwera. Nessuno dei due sarebbe quindi in grado di vincere al primo turno. È quindi concreto lo scenario di un ballottaggio, che potrebbe aprire la strada ad alleanze post-elettorali con candidati minori.

malawi elezioni

L’affluenza resta una grande incognita. Molti elettori esprimono sfiducia nella classe politica e disillusione per la mancanza di alternative reali. Secondo quanto riportato da Reuters, la competizione tra Mcp e Dpp è percepita da molti come un duello tra partiti ugualmente segnati da scandali e mala gestione.

Gli osservatori dell’Unione Africana e del Comesa monitorano le elezioni per garantirne trasparenza e correttezza, ma la memoria di contestazioni e ricorsi del passato – come nel 2019, quando la rielezione di Mutharika venne annullata per frode – pesa ancora sul clima politico. In ogni caso, il giorno dopo le urne resteranno gli stessi nodi: inflazione galoppante, scarsità di beni essenziali, disoccupazione giovanile e corruzione. Chiunque vincerà avrà il compito non solo di governare, ma soprattutto di convincere i cittadini che un cambiamento reale sia ancora possibile.

Condividi

Altre letture correlate: