Quasi 1.000 bambini sono morti di malnutrizione acuta grave negli ospedali pubblici del Sudafrica negli ultimi 18 mesi. Lo ha reso noto il direttore generale della Sanità, Sandile Buthelezi, durante un’audizione davanti alla Commissione sudafricana per i diritti umani (Sahrc).
Secondo i dati diffusi, sono stati registrati 973 decessi nelle strutture sanitarie pubbliche, cifra che non include i bambini morti a domicilio o in cliniche private. “Li vediamo spesso solo quando stanno già morendo”, ha dichiarato Buthelezi, sottolineando la gravità della crisi.
La Sahrc ha pertanto denunciato un “fallimento dello Stato”, ricordando che la fame infantile nella provincia del Capo Orientale deve essere riconosciuta come un disastro nazionale. «Trentun anni dopo la fine dell’apartheid, i bambini continuano a morire di fame», ha affermato la commissaria Philile Ntuli.
Le province più colpite sono KwaZulu-Natal, Limpopo e Capo Orientale, dove in 18 mesi sono stati registrati 37 decessi. Al contrario, il Capo Occidentale ha registrato il dato più basso con 13 casi. Nel solo Capo Orientale, il tasso di ritardo della crescita infantile ha raggiunto il 33,3%, a fronte di una media nazionale del 28,8%.
Il ministero ha attribuito la crisi a disuguaglianze socio-economiche persistenti, insicurezza alimentare cronica, carenza di accesso ad acqua potabile e servizi sanitari, oltre che a una dieta insufficiente e poco nutritiva. La difficile situazione economica, segnata da disoccupazione e calo dei redditi, aggrava ulteriormente le condizioni delle famiglie.



