Un nuovo studio rivela che alcune colonie di pinguini africani in Sudafrica hanno perso fino al 95% degli individui a causa della drastica diminuzione delle sardine, loro principale fonte di cibo. La crisi, aggravata anche da altri fattori, minaccia una specie ormai sull’orlo dell’estinzione.
I pinguini africani (Spheniscus demersus) che vivono al largo della costa sudafricana stanno affrontando una crisi senza precedenti, con alcune colonie che hanno perso fino al 95% dei loro membri in pochi anni a causa della fame, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Ostrich: Journal of African Ornithology.
La ricerca, condotta da scienziati del Dipartimento sudafricano di Silvicoltura, Pesca e Ambiente e dell’Università di Exeter nel Regno Unito, ha analizzato i dati di due delle più importanti colonie sulle isole di Dassen e Robben, dove gli uccelli che si accoppiavano nel 2004 sono in gran parte morti di fame entro otto anni a causa di una grave carenza alimentare.
Il motivo principale è il crollo delle scorte di sardine, il cibo essenziale per questi pinguini, la cui biomassa si è mantenuta costantemente sotto il 25% dei livelli storici per gran parte del periodo analizzato. La diminuzione delle sardine – riporta un approfondimento pubblicato sul media Efe.com – non è dovuta solo alla pesca: cambiamenti nella temperatura e nella salinità dell’acqua hanno spostato le aree di riproduzione dei pesci, riducendo ulteriormente la disponibilità di cibo per i pinguini. La fase critica della muta annuale, durante la quale gli animali non possono nutrirsi e consumano le riserve di grasso, ha reso la situazione ancora più pericolosa.

Per anni, ambientalisti e industria della pesca sono stati in disaccordo sull’impatto della pesca commerciale nel rapido declino della popolazione di pinguini africani e su quanto le restrizioni alla pesca potessero realmente arginare il problema. Finalmente, a marzo di quest’anno, le parti hanno raggiunto un accordo legale sulle zone di divieto di pesca attorno a sei delle principali colonie riproduttive di questi animali.
La specie, già classificata come in pericolo critico d’estinzione, ha perso oltre l’80% della popolazione negli ultimi decenni e potrebbe scomparire completamente in natura nei prossimi anni se non saranno rafforzate le misure di gestione sostenibile delle risorse ittiche. Oltre alla pesca, incidono sulla popolazione dei pinguini anche la crisi climatica, la presenza di predatori terrestri e l’inquinamento acustico causato dal rifornimento nave-a-nave. Attualmente, restano meno di 10.000 coppie riproduttive, mentre un secolo fa erano un milione.
Per approfondire, leggi l’articolo: “Sudafrica, un mare di speranza” pubblicato sul numero 6/2025 della rivista Africa.



